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15 Luglio 2025 - 09:50
Cuorgnè, scontro sul futuro della Residenza Umberto I: affitto o comodato gratuito?
Periodicamente, da anni, si torna a parlare della necessità di dare una nuova veste giuridica all’ex-Casa di Riposo Umberto I di Cuorgnè. Lo prescrive la legge e lo auspicano tanto il Comune (proprietario del complesso edilizio in cui ha sede) che i consigli di amministrazione che si sono succeduti ma non si è ancora riusciti a trovare un accordo. Come spesso accade in Italia si era legiferato a tavolino su questa delicata materia, senza tener conto delle situazioni concrete e in base a principi assai discutibili di aziendalizzazione e privatizzazione.
La normativa introdotta nei primi Anni Duemila stabiliva che gli IPAB si trasformassero in Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona (A.S.P.) oppure – quando ne avessero le caratteristiche – in fondazioni. Anche se le cose sono andate per le lunghe, molte di queste strutture si sono ritrovate in grandi difficoltà economiche, altre – come quella di Cuorgnè – non riescono nemmeno ad attuare la trasformazione.
La scorsa primavera, rispondendo ad un’interrogazione del gruppo di minoranza Moderati e Indipendenti, il sindaco Giovanna Cresto aveva fornito un quadro dettagliato della situazione, esprimendo anche un certo ottimismo sulla possibilità di arrivare in tempi ragionevoli ad una soluzione, pur fra tanti nodi da sciogliere.
La soluzione tuttavia non è ancora stata trovata e non sembra a portata di mano anche perché, all’interno del consiglio di amministrazione, le posizioni non sono tutte uguali. Uno degli ostacoli maggiori è costituito dal fatto che, essendo la struttura di proprietà del Comune, sia previsto il pagamento di un canone d’affitto. L’amministrazione comunale sostiene che non si può prescindere da questo perché sarebbe chiamata a rispondere di Danno Erariale da parte della Corte dei Conti, ma c’è chi, come il consigliere Elio Vidano, è convinto del contrario. “La trasformazione va fatta perché è un obbligo di legge ed è necessaria la stipula di un contratto con il Comune ma non è affatto inevitabile che sia a titolo oneroso. Siamo in possesso di un parere pro veritate formulato da un avvocato esperto e la pensa allo stesso modo il commercialista. Del resto la pigione e le spese di manutenzione previste dal comune inciderebbero in modo quasi insostenibile anche considerando che già dobbiamo impegnare grosse cifre per l’adeguamento della struttura, gli oneri legati alla sicurezza, i continui aggiornamenti informatici. Si cerca di dare una piccola mano anche attraverso aiuti esterni: a Salto, la mia frazione, su iniziativa del Consiglio Pastorale e con l’aiuto delle catechiste, abbiamo raccolto fra la popolazione dei fondi che sono serviti per acquistare un divano ed un trita-pastiglie, ma i problemi rimangono. Confido nella sensibilità dell’amministrazione comunale per una concessione in comodato gratuito”.
Rispetto al funzionamento della struttura, Vidano lo ritiene soddisfacente “grazie alle maestranze tutte, che con dedizione e senso di umana comprensione ogni giorno e notte svolgono il loro compito di assistenza. E così è per il direttore dottore Raffaele Basile e per il direttore sanitario professor Bertolino. In questi mesi sono arrivati più volte i Nas, le ispezioni ASL e non hanno rilevato negligenze, solo qualche peccato veniale”.
L’attuale consiglio di amministrazione è in carica da poco più di un anno: quello precedente si era infatti dimesso nell’autunno 2023, eccezion fatta per Enzo Coello, rimasto al suo posto. A lui, oltre a Vidano, si sono affiancati Graziano Trione, Gabriella Vironda e la presidente Sara Bertone.
Quello dei consiglieri di amministrazione è un compito impegnativo. Dice infatti Vidano: “È con spirito di piena collaborazione che ho accettato ed ho constatato che non si tratta di un incarico di facciata. Non basta presenziare agli eventi istituzionali, ci vuole un impegno costante per conoscere e saper valutare le soluzioni scegliendo quella più consona per l’Ente e confrontandosi anche con altre istituzioni che si prefiggono i nostri stessi scopi sociali. La nostra non può assumere iniziative di innovazione futuristica o predisporre miglioramenti per ampliamenti di superficie; può e deve migliorarsi nel servizio per venire incontro alle esigenze degli ospiti. È questo che essi ed i loro familiari si aspettano: assistenza continuativa e migliorativa, conforto, gesti di umana comprensione, anche a scapito di quelle iniziative sociali che, se pur contribuiscono a rendere meno pesante il soggiorno, non alleviano le sofferenze quotidiane.”
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