AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
13 Luglio 2025 - 22:52
Il Mulino Re è nei sogni dell'Amministrazione
Nel corso del Consiglio Comunale di Brandizzo del 16 giugno è stata approvata una variante al Piano Regolatore Generale destinata a segnare un punto di svolta nella pianificazione urbanistica del paese. Una visione ambiziosa che punta a rigenerare il territorio, riducendo in modo deciso il consumo di suolo e valorizzando aree dismesse o sottoutilizzate. Il simbolo di questa trasformazione è l’ex Mulino Re, un rudere da anni in abbandono, pronto a rinascere come fulcro di un nuovo polo residenziale, commerciale e pubblico, grazie a un’inedita collaborazione tra il Comune e i privati.
La variante, illustrata in aula dall'Architetto Barbieri, si fonda su un principio chiaro: adeguare il Piano Regolatore alle più recenti normative regionali in materia urbanistica e commerciale, razionalizzando le destinazioni d’uso e rendendo il tessuto urbano più coerente e sostenibile. Tra gli interventi principali figura la riconversione dell’area adiacente al Galassia, che da commerciale diventerà residenziale, seguendo la linea già tracciata con l’ex area Mercatone Uno, oggi sede dell’impianto produttivo della Simpro, azienda specializzata in automazione robotica.
Ma il vero cambio di passo riguarda la gestione del suolo: “La variante non solo non aumenta il consumo di suolo, ma lo riduce sensibilmente”, ha sottolineato Barbieri, stimando un risparmio di circa 90.000 metri quadrati – o almeno 15.000, secondo le stime più prudenti. Risultato ottenuto cancellando previsioni viarie che avrebbero spezzato l’integrità delle aree agricole e rinunciando a una vasta zona che avrebbe dovuto ospitare un impianto di compostaggio, ora restituita a funzioni più compatibili. Si punta dunque a recuperare porzioni di piano mai realizzate, trasformandole in opportunità concrete per una rigenerazione compatibile e duratura.
Il verde è un altro elemento centrale del nuovo piano. Brandizzo già oggi offre tra i 45 e i 50 metri quadri di verde per abitante, quasi il doppio rispetto ai 25 richiesti dalla legge. Ora, quei numeri non solo saranno mantenuti, ma addirittura potenziati, attraverso la creazione di una vera e propria “cintura verde” attorno all’abitato. Anche la zona ferroviaria, finora edificabile, viene de-impermeabilizzata e destinata a uso pubblico: qui sorgerà il “Parco dei Vecchi Binari”, nuova area verde urbana a disposizione della comunità.
Ma il cuore simbolico e operativo della variante è senza dubbio l’ex Mulino Re. Per anni elemento di degrado e rischio, pur riconosciuto per il suo valore storico e documentale, oggi diventa l’emblema della rinascita. La sua precedente destinazione vincolata all’esproprio aveva creato uno stallo: da un lato l’inerzia della proprietà, dall’altro costi insostenibili per il Comune. Con la nuova strategia, si apre uno spiraglio attraverso un accordo che punta alla rigenerazione urbana con vantaggi per entrambe le parti. Il Comune acquisirà gratuitamente il Parco del Mulino, che sarà valorizzato e reso pienamente fruibile con interventi mirati. In cambio, i proprietari potranno riqualificare Mulino e silo per realizzare circa 2.500 metri quadrati di superficie residenziale.
Elemento decisivo dell’accordo: almeno il 30% della superficie recuperata del corpo di fabbrica sarà ceduta al Comune a rustico, destinata a servizi pubblici, culturali o associativi. I bassi fabbricati laterali, un tempo stalle e magazzini, potranno invece ospitare attività commerciali di vicinato, per una superficie compresa tra i 700 e i 900 mq. “Un’operazione leggermente sbilanciata a favore dell’interesse pubblico”, ha osservato Barbieri, spiegando che l’intervento, grazie alle nuove destinazioni più appetibili, sarà sostenibile per i privati ma senza gravare sulle casse comunali. “La presenza di questi servizi nella parte a rustico, con previsioni al piano terra e al primo piano, assicura che l’area sia in qualche modo pubblica e senza soluzione di continuità con il verde del parco”. La posizione, tra scuole, cimitero e altre aree pubbliche, rafforza la centralità di un intervento pensato per rivitalizzare un’area oggi marginalizzata.
Un altro tassello importante riguarda la viabilità. Il Piano Regolatore precedente prevedeva la realizzazione del cosiddetto Fuso Sud, un nuovo tratto stradale che avrebbe dovuto chiudere l’anello viario attorno al paese, ma al prezzo di attraversare terreni agricoli di pregio tra il cimitero, il Mulino e la SP11. Una scelta che avrebbe provocato una frammentazione ambientale ritenuta oggi inaccettabile. La variante cancella quel progetto e propone una soluzione alternativa, più sostenibile: l’uso e l’ampliamento di una strada bianca già esistente, conosciuta localmente come “strada del motocross”. Con interventi minimi di allargamento, questa infrastruttura garantirà il collegamento senza aggredire nuove superfici agricole. Inoltre, per migliorare la viabilità pesante, è prevista una nuova uscita diretta sulla SP11 per i mezzi della Unicalcestruzzi, evitando il transito di betoniere nel centro abitato.
Barbieri ha voluto sottolineare il lavoro corale che ha portato alla redazione della variante, ringraziando il Dottor Quagliolo per la relazione geologica, l’Ingegner Anselmo per quella idraulica e il Politecnico di Torino per la consulenza scientifica alla base del Documento Preliminare della Valutazione Ambientale Strategica. Il percorso non è ancora concluso: ora si apre la fase della Conferenza di Copianificazione, che durerà 90 giorni, seguita da ulteriori 30 giorni per le osservazioni dei cittadini e degli operatori economici. Il progetto è consultabile, e tutti potranno contribuire con osservazioni, anche proponendo nuove iniziative, in particolare per l’area strategica del Mulino.
Durante il dibattito consiliare sono emersi anche altri temi. La Consigliera Vacca ha sollevato la questione dell’ex sito Decathlon, oggi in mano a privati. L’Amministrazione ha chiarito che si tratta di trattative tra soggetti privati, ma sta monitorando la situazione per evitare che l’edificio resti inutilizzato, confermando che tutti i lavoratori coinvolti nella chiusura sono stati ricollocati. L’Assessora Sassanelli, invece, ha rilanciato sul fronte del patrimonio storico, annunciando l’intenzione di riportare a Brandizzo i reperti rinvenuti in Via Braida durante i lavori ferroviari, oggi custoditi a Torino. “Quei reperti devono tornare, e vogliamo esporli nell’archivio storico comunale”, ha dichiarato. Ha inoltre ribadito il valore “nazionale” del Mulino, sottolineando le possibilità di attrarre finanziamenti esterni per il suo recupero. In questo contesto, Barbieri ha proposto l’introduzione di un nuovo articolo – il 48-bis – che disciplini le aree a rischio archeologico, prevedendo un “alone” di tutela intorno ai siti, anche se già edificati. La bozza sarà discussa in conferenza di copianificazione insieme alla Soprintendenza.
Il 2 luglio la proposta è stata presentata alla cittadinanza in sala consiliare. Dopo un’introduzione tecnica della Responsabile dell’Ufficio Tecnico Laura Panicucci, è stato l’Assessore all’Urbanistica Enrico Barbera a illustrare nel dettaglio i contenuti della variante. La serata si è svolta in modo ordinato, ma non senza tensioni: l’ingegnere Merlo, ex vicesindaco sotto Buscaglia, è intervenuto dal pubblico con toni accesi, criticando il cambio di destinazione da artigianale a residenziale di alcune aree, i rischi legati al progetto del Mulino e la cancellazione del Fuso Sud. Le critiche sono state raccolte e controbattute in tempo reale dall’Assessore Barbera, che ha ricordato che il piano è ancora in fase di proposta e che “l’Ufficio Tecnico è a disposizione per chiarimenti e approfondimenti. Chiunque può presentare osservazioni fino al 24 luglio”.
Così, tra nuove visioni urbanistiche, tutela del paesaggio, valorizzazione della memoria e scontri dialettici, Brandizzo si appresta a ridisegnare il proprio futuro. Un futuro che, almeno sulla carta, promette rigenerazione, equilibrio e nuova vitalità per tutta la comunità.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.