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13 Luglio 2025 - 16:44
Pnrr? Se dipendesse dai Comuni, sarebbe già finito (e funzionante)!
A quattro anni dall’approvazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, i Comuni italiani si confermano i migliori attuatori del Pnrr. È quanto emerge dallo studio curato dall’Anci, basato sui dati ufficiali del sistema Regis aggiornati al 31 marzo 2025. Secondo il rapporto, il 92% dei progetti Pnrr in capo ai Comuni è in fase di attuazione o già concluso: il 35% risulta in piena fase esecutiva e il 56% è nelle fasi finali, tra collaudo in corso o già effettuato.
Una performance che supera quella della media generale del Pnrr, ferma all’89%, e che stacca nettamente Regioni (66%) e grandi imprese pubbliche (65%). Nessuna significativa differenza geografica: il Nord è al 96%, il Centro sfiora il 90% e il Sud si attesta all’87,75%. Virtuosi soprattutto i piccoli comuni sotto i 5mila abitanti, dove il 61% dei progetti risulta già completato.
Molto avanzato lo stato di attuazione in alcuni settori: digitalizzazione dei servizi pubblici locali al 77%, efficientamento energetico nei musei, teatri e cinema al 70%, riqualificazione dei parchi e giardini storici al 64%, impianti sportivi al 68%.
Lo studio snocciola anche risultati tangibili. Sono già stati piantati 4,6 milioni di alberi, realizzati 253 chilometri di piste ciclabili e acquistati 825 autobus ecologici sui 3.000 previsti entro il 2026. Sul fronte educativo e culturale, spiccano 1.300 progetti di valorizzazione dei borghi storici e 150.000 nuovi posti in asili nido, tutti in fase avanzata.
Dal punto di vista finanziario, i numeri parlano chiaro. Nel 2023, la spesa dei Comuni per investimenti fissi lordi — in larga parte legati al Pnrr — ha raggiunto 16,3 miliardi di euro, raddoppiando rispetto al 2017. Nel 2024 è salita a 19,1 miliardi, e nei primi quattro mesi del 2025 ha già segnato un +13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Uno sforzo straordinario, sottolinea l’Anci, che non si è fermato nemmeno di fronte alla riprogrammazione imposta dal Governo nel 2023, che ha comportato l’uscita dal Piano di progetti comunali per circa 10 miliardi di euro. L’Associazione precisa che quella scelta non è mai stata condivisa, ma che tutti i progetti coinvolti hanno comunque trovato nuove fonti di finanziamento e stanno proseguendo.
Parla chiaro la segretaria generale Veronica Nicotra: “I Comuni hanno saputo gestire 40 miliardi di euro di investimenti, una sfida mai affrontata prima nella storia italiana. Un lavoro portato avanti con determinazione, che a un anno dalla scadenza dimostra la forza del lavoro congiunto tra tecnici e politici”.
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