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Filiali chiuse e desertificazione bancaria, ma non è colpa solo della digitalizzazione

Declino delle filiali bancarie: Patuelli ribalta la narrazione tecnologica, invocando investimenti e politiche attive per contrastare l'abbandono dei territori italiani più fragili

Filiali chiuse

Filiali chiuse e desertificazione bancaria, ma non è colpa solo della digitalizzazione

Il declino delle filiali bancarie nei territori italiani più fragili non è colpa soltanto della tecnologia. Lo ha affermato con chiarezza Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, intervenendo all’assemblea annuale dell’associazione bancaria italiana. Un intervento che, a differenza della retorica dominante, ha provato a ricollocare il problema su basi più ampie e strutturali, andando oltre la superficie del dibattito pubblico.

Le nuove tecnologie non sono l’unica causa delle riduzioni delle operazioni bancarie nelle filiali”, ha dichiarato Patuelli, “vi concorrono altri fattori, soprattutto nelle aree che si stanno spopolando per diversi motivi, tra cui la concentrazione degli investimenti nelle zone meglio collegate da infrastrutture materiali e immateriali”.

Una presa di posizione netta, che chiama in causa la politica, l’Europa e le istituzioni locali, ma anche una parte del mondo economico che ha concentrato attenzione, risorse e sviluppo solo dove era più facile arrivare, lasciando indietro interi territori.

Patuelli ha fatto esplicito riferimento a zone marginalizzate, ma fondamentali per la tenuta sociale del Paese:Gli Appennini, il Mezzogiorno e anche talune zone delle Alpi sono spesso più difficilmente raggiungibili da strade, ferrovie e dalle più moderne tecnologie”, ha spiegato. In questi territori, ha osservato, le banche non anticipano i flussi, ma li seguono: se la popolazione si ritira, se le attività economiche si spengono, anche gli sportelli chiudono.

Il fenomeno dei deserti bancari – territori privi di presidi bancari fisici – è ormai una realtà in molte aree interne italiane. Paesi senza bancomat, vallate montane dove per prelevare o versare è necessario affrontare ore di viaggio, comuni dell'entroterra dove la presenza di una banca è diventata un ricordo legato a un passato più vitale.

L’appello del presidente Abi è chiaro: servono investimenti pubblici, servono politiche attive che agiscano sulle cause strutturali dello spopolamento, non solo sulla digitalizzazione bancaria. Occorre che le Istituzioni europee, statali e regionali investano sullo sviluppo sostenibile nelle zone meno popolate – ha detto – ne incentivino il ripopolamento e le modernizzazioni infrastrutturali e tecnologiche”.

Sportello bancario

Per Patuelli, l’abbandono dei servizi bancari è una conseguenza, non una causa. Ma è anche un moltiplicatore di disagio: senza sportelli, le fasce più fragili, gli anziani e i piccoli imprenditori vengono penalizzati due volte. Non solo perdono un servizio essenziale, ma si trovano esclusi dal circuito economico in senso più ampio.

Da qui, l’apprezzamento dell’Abi per una proposta di legge presentata in Parlamento dal CNEL, volta a riaprire le gare per le Tesorerie comunali anche alle banche nei piccoli centri. "Apprezziamo la proposta di legge presentata in Parlamento – ha affermato – perché le banche non siano escluse dalle indispensabili gare per le Tesorerie comunali dei piccoli centri". Un riferimento che apre un altro fronte, quello della funzione pubblica del sistema bancario nei territori.

Oggi, molti Comuni affidano i servizi di tesoreria a grandi istituti che però, paradossalmente, non hanno più filiali sul posto. Questo significa che anche i dipendenti pubblici, le scuole, le associazioni e le famiglie sono costrette a interfacciarsi con sportelli virtuali, centralini o sedi decentrate, frammentando il rapporto tra cittadino e istituzione.

Nel suo intervento, Patuelli ha anche messo in guardia sul rischio che la questione venga liquidata come effetto della sola innovazione. "Le tecnologie – ha detto – non giustificano l’abbandono dei territori. Servono infrastrutture, reti, trasporti e investimenti pubblici per tenere vive le comunità locali".

Il tema è particolarmente urgente in un Paese come l’Italia, dove più della metà dei comuni ha meno di 5.000 abitanti e dove intere porzioni di Appennino, di dorsale alpina e di Mezzogiorno stanno perdendo abitanti, servizi e presidi fondamentali. Le chiusure delle filiali bancarie non sono altro che il sintomo finale di un sistema che si sta ritirando, lasciando dietro di sé vuoti difficili da colmare.

In questo scenario, le parole del presidente Abi segnano un’inversione di prospettiva: non è la tecnologia a chiudere le banche, ma l’abbandono dei territori da parte della politica e dell’economia. E per invertire la rotta, non bastano gli sportelli online o le app: servono investimenti, presenza fisica e una nuova idea di Paese.

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