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Cronaca

Spaccio in una cascina abbandonata: cocaina, hashish e un tuffo nel vuoto per fuggire ai carabinieri

Blitz in una cascina abbandonata: scoperta centrale della droga gestita da nordafricani, arrestati due uomini dopo tentata fuga rocambolesca

Spaccio in cascina

Spaccio in cascina abbandonata: cocaina, hashish e un tuffo nel vuoto per fuggire ai carabinieri

Una cascina isolata tra i campi, apparentemente abbandonata, nascosta tra sterpaglie e silenzi. Ma dentro non c’erano rottami o animali da cortile. C’erano cocaina, hashish e contanti, pronti per essere distribuiti. Nel cuore del Biellese, precisamente ad Arro, frazione del comune di Salussola, i carabinieri hanno scoperto un vero e proprio market della droga attivo in una struttura rurale in disuso, gestito da due uomini originari del Nord Africa, residenti nel Milanese, di 28 e 31 anni.

Il blitz è scattato dopo giorni di appostamenti, controlli e segnalazioni incrociate. Secondo quanto riferito dall’Arma, i militari avevano già individuato l’edificio come punto sospetto, frequentato a orari irregolari e lontano dalle rotte dei residenti. La conferma è arrivata mercoledì, quando durante un’operazione congiunta le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nella cascina sorprendendo i due all’interno.

Alla vista delle divise, i pusher hanno tentato la fuga. Uno dei due si è addirittura lanciato dal secondo piano, nel tentativo disperato di far perdere le proprie tracce. Ma entrambi sono stati fermati e arrestati, uno in cortile e l’altro nei campi adiacenti.

Dentro la cascina, i carabinieri hanno trovato oltre 100 grammi di sostanze stupefacenti: circa un etto di hashish, 50 grammi di cocaina già suddivisa in dosi pronte per lo spaccio, bilancini di precisione, materiale per il confezionamento e circa 1.000 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita. La struttura – fatiscente, senza acqua né luce – era stata adattata per ospitare un’attività criminale vera e propria, con nascondigli ricavati nei muri e una zona dedicata al taglio e alla preparazione delle dosi.

Gli inquirenti stanno ora cercando di ricostruire la rete di contatti e clienti che gravitava attorno alla zona. Le indagini puntano a capire se la base operativa nel Biellese fosse una semplice tappa intermedia o il centro di un’attività di spaccio più vasta, con collegamenti nel Milanese, dove i due uomini risultano domiciliati.

Salussola non è nuova a episodi di microcriminalità legata allo spaccio, ma la scoperta di una vera centrale operativa della droga in un’area rurale e disabitata ha allarmato le forze dell’ordine e riacceso l’attenzione su un fenomeno spesso trascurato nei piccoli centri, dove l’illusione di sicurezza può favorire l’insediamento di attività illecite.

Le indagini proseguono anche per accertare la provenienza della droga, la filiera di approvvigionamento e gli eventuali complici. Non si esclude che la cascina fosse usata anche come punto di stoccaggio temporaneo per rifornire altri mercati del Piemonte o della Lombardia.

I due arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Biella su disposizione dell’autorità giudiziaria. Uno dei due ha riportato lievi ferite durante il salto dalla finestra, ma è stato giudicato idoneo alla detenzione dopo le cure in pronto soccorso.

La vicenda ha suscitato reazioni anche a livello locale. Alcuni residenti della frazione di Arro hanno raccontato di movimenti sospetti nelle settimane precedenti, ma nessuno avrebbe immaginato che all’interno di quella cascina in rovina si nascondesse una base attiva per il traffico di stupefacenti. Un segnale che conferma come lo spaccio non conosca confini urbani e come il controllo del territorio resti cruciale anche nelle aree più periferiche e rurali.

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