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09 Luglio 2025 - 18:10
La bara col codice di ritiro Amiat
A Torino, in via Sempione angolo via Paisiello, la quotidianità dei rifiuti urbani ha assunto toni grotteschi: una bara in legno, o meglio il suo coperchio, è stato abbandonato accanto a un cassonetto dell’Amiat. E non si tratta di un mobilio stravagante o di un oggetto scenico: sul legno campeggiava un foglio col codice per il ritiro, come previsto dal servizio per gli ingombranti. Un’immagine tanto surreale quanto reale.
Nel quartiere Barriera di Milano, dove la linea sottile tra degrado e bizzarria è spesso superata, la scoperta non è certo passata inosservata. Le foto della bara sono diventate virali nel giro di poche ore, rimbalzando sui social tra stupore, ironia e disagio. Non sono mancati i commenti taglienti, tra chi ha scritto “Il contenuto sarà nell’umido” e chi ha ipotizzato un “cambio di programma”. Il tutto amplificato da un post pubblicato direttamente dalla presidente di Amiat, che ha rilanciato l’immagine con un disarmante «BuongiorNO!».
La reazione del web è stata immediata, ma la domanda resta: da dove arriva quella bara? E, soprattutto, chi ha davvero prenotato il ritiro? Perché il codice sul coperchio c’era, e sembrava in tutto e per tutto uno di quelli autentici. L’Amiat, però, nega categoricamente di aver ricevuto una segnalazione relativa a un oggetto del genere. Nessuno avrebbe mai registrato “una bara” tra gli ingombranti. Più probabile, spiegano dall’azienda, che il pezzo sia stato segnalato genericamente come “legno”.
Un equivoco? Un atto deliberatamente provocatorio? Una beffa ben congegnata? O forse un resto di scenografia teatrale finito nel posto sbagliato al momento giusto? Le ipotesi si sprecano, ma nessuno ha rivendicato la “dimenticanza”. Il mistero resta. Anche perché il coperchio – dopo che le immagini sono diventate virali – è sparito nel nulla. Forse rimosso da Amiat, forse da chi l’aveva lasciato, pentito della goliardia.
Il caso è grottesco, ma solleva anche un punto più serio: la gestione del decoro urbano, specialmente in zone dove l’abbandono di rifiuti ingombranti è all’ordine del giorno. Che si tratti di materassi, mobili o... bare, l’abbandono indiscriminato continua a essere una costante in molti quartieri torinesi.
In attesa di sapere se l’oggetto in questione tornerà a farsi vivo (si fa per dire), resta la sensazione surreale di una città che riesce a trasformare anche un gesto macabro in un fenomeno social, tra sarcasmo e imbarazzo. A Torino, si sa, anche i morti devono fare la fila per lo smaltimento. Con tanto di codice a barre.
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