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07 Luglio 2025 - 10:51
Mal d’auto nei cani, estate da incubo per migliaia di famiglie (foto di repertorio)
Con le vacanze estive alle porte, sono migliaia le famiglie italiane che si preparano a partire portando con sé anche il proprio cane. Per molti, l’idea di condividere il viaggio con il proprio animale rappresenta un momento di gioia, ma per altri può trasformarsi in un’esperienza difficile e stressante. A complicare le partenze è un disturbo tanto comune quanto sottovalutato: il mal d’auto nei cani, noto anche come cinetosi. Una condizione che colpisce più animali di quanto si immagini e che, se non riconosciuta e gestita, può causare forti disagi sia all’animale che ai suoi accompagnatori.
La cinetosi canina è una vera e propria risposta fisica ed emotiva allo spostamento in auto. I sintomi, anche se variano da soggetto a soggetto, sono ben riconoscibili. Il più evidente è il vomito, che può verificarsi anche in viaggi brevi. Ma prima ancora che il cane arrivi a questo punto, ci sono segnali precoci: salivazione abbondante, sbadigli continui, tremori, ansia crescente, irrequietezza, abbattimento e ricerca di un angolo nascosto. Non sono capricci, né semplici malumori da viaggio: sono campanelli d’allarme che indicano un disagio concreto.
Le cause possono essere di diversa natura. Nei cuccioli, il problema è spesso legato a un apparato vestibolare ancora immaturo, cioè il sistema interno dell’orecchio che controlla l’equilibrio. In questi casi, il disturbo può migliorare spontaneamente con la crescita, ma non sempre scompare. In altri cani, invece, il malessere deriva da un’associazione negativa con il viaggio stesso: visite veterinarie, traslochi, lunghe attese in auto sotto stress. Una memoria negativa può rendere ogni nuova partenza fonte di disagio. È il classico condizionamento, che porta l’animale ad associare l’automobile a un evento traumatico.
Viaggiare con i cani
Affrontare il problema richiede tempo, attenzione e pazienza. La prima regola è non forzare il cane. Un buon approccio è quello di abituarlo progressivamente al veicolo, magari cominciando con piccoli tragitti, anche solo accendendo il motore e rimanendo fermi. Poi si passa a brevi giri intorno all’isolato, aumentando gradualmente la durata. Premiarlo con coccole o piccoli snack (se tollerati) può aiutare a creare un’associazione positiva. È fondamentale che il cane viaggi in condizioni di sicurezza, con l’utilizzo di trasportini omologati o cinture di sicurezza per animali, e che abbia un punto stabile, fresco e ventilato dove sentirsi protetto.
Durante il viaggio, è bene evitare i pasti nelle 3 o 4 ore precedenti, per ridurre il rischio di nausea. Ogni 90–120 minuti è opportuno fare una pausa: far scendere il cane, fargli sgranchire le zampe, offrirgli un po’ d’acqua e lasciarlo rilassarsi in un luogo ombreggiato. Mai lasciare l’animale in auto da solo, nemmeno per pochi minuti, e soprattutto non in estate: l’abitacolo può trasformarsi in una trappola mortale anche con i finestrini abbassati.
Se, nonostante tutti gli accorgimenti, il malessere persiste, è necessario consultare il veterinario, l’unico in grado di prescrivere eventualmente farmaci antiemetici o calmanti, oppure rimedi naturali come lo zenzero, noto per le sue proprietà anti-nausea. Ma è importante non improvvisare: anche le soluzioni naturali possono avere controindicazioni o interferenze con altri trattamenti.
Un aspetto spesso trascurato è l’aspetto giuridico e culturale della questione. Con l’entrata in vigore della Legge Brambilla, che riconosce gli animali come soggetti di diritto, cambiano anche le responsabilità dei proprietari. Non basta più "fare il minimo indispensabile": la legge impone di garantire benessere fisico e psicologico. Il mal d’auto, dunque, non può più essere trattato come una sfortuna da sopportare. Ignorarlo può costituire una forma di negligenza, soprattutto se l’animale manifesta sofferenza e non si interviene.
La legge prevede anche sanzioni più severe per i maltrattamenti, con pene fino a 4 anni di carcere e multe che possono arrivare a 60mila euro. Ma il punto non è punire: è educare. Viaggiare con un cane significa prendersi la responsabilità di ogni fase dell’esperienza, dal trasporto al soggiorno. Chi non è in grado di farlo con consapevolezza, dovrebbe forse ripensare a soluzioni alternative.
In ogni caso, partire con il proprio cane può essere una delle esperienze più belle. Con i giusti accorgimenti, un pizzico di preparazione e tanta empatia, anche un lungo viaggio in auto può trasformarsi in un momento di condivisione autentica. L’importante è ricordarsi che per lui l’auto non è un mezzo, ma un luogo carico di emozioni. Sta a noi fare in modo che quelle emozioni non siano paura, ma fiducia.
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