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06 Luglio 2025 - 19:00
Daniele Volpatto
Di seguito pubblichiamo la risposta via social di Daniele Volpatto (Pd) ad un nostro articolo sulle costine a 13 euro...
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SETTIMO TORINESE. Io credo che i giornalisti facciano semplicemente il loro mestiere, sia quando scrivono cose che mi piacciono sia quando ne scrivono altre che non condivido. Anche e soprattutto quando si sostituiscono (e garantiscono) un'opposizione. Quindi, pur non condividendo, rispetto il lavoro svolto da La Voce di Settimo Torinese e dintorni.
Altrettanto liberamente, però, posso contrapporre – e so che Liborio capirà bene il senso delle mie parole – un punto di vista diverso rispetto a quello espresso nell’articolo.
Sono di parte? Certo che sì. Sono tra coloro che quelle costine le preparano e le cuociono, dalle 16:00 del pomeriggio alle 23:00 di sera, con oltre 40° di temperatura e più di 50° vicino alle griglie.
Non mi addentro nei dettagli dei costi sostenuti (prezzo della carne, carbone, strutture, servizi connessi, ecc.) e nemmeno sul tema degli scontrini (chiunque frequenti queste feste sa bene che si tratta di raccolte fondi occasionali, regolate fiscalmente dal DPR 917/86 - TUIR).
Ci sono però alcuni aspetti che stonano.
Ad esempio, alla nostra festa, una famiglia di quattro persone che prende 4 primi, 4 dolci, 1 litro d’acqua e mezzo litro di vino spende 44 euro, ovvero 11 euro a persona. Un bimbo, per cui è disponibile un menù dedicato, spende 8 euro (pasta al pomodoro, hamburger, patatine fritte e acqua o bibita).
Non sono forse questi prezzi popolari?
E allora, dove sta il margine?
Nel lavoro volontario che ognuno di noi mette gratuitamente a disposizione. Sì, a differenza di quanto letto in numerosi commenti, lavoriamo gratuitamente perché crediamo in un’idea, che può essere condivisibile o meno, ma che rimane il fondamento del nostro impegno.
E a cosa serve quel margine? Serve a garantirci una sede, a pagare la pubblicità sui giornali, a finanziare le campagne elettorali e altre attività politiche senza dover dipendere da qualcuno o restituire favori. Quanti possono dire altrettanto? Quanti hanno la forza e la libertà per farlo?
E no, non sarà mai una festa senza simboli, perché quei simboli rappresentano la nostra storia, la nostra identità, il nostro presente e il nostro futuro. Un simbolo, però, aperto a tutti: ed è stato bello vedere, proprio in questa festa, anche esponenti dell’opposizione cittadina venire a trovarci. Perché in fondo una comunità è proprio questo: incontrarsi davanti a una birra e scherzare anche sulle proprie differenze.
Questo è ciò che mi hanno insegnato i “compagni” in questi oltre vent’anni, ed è questo che spero di lasciare ai più giovani.
PS: caro Liborio, se passi a trovarci una birra te la offro volentieri. Quest’anno abbiamo anche tanti piatti vegetariani.
Daniele Volpatto
Caro Daniele,
grazie per il pensiero e per l’invito. Ma niente birra, niente costine, niente hamburger. Sai già che sono vegetariano, e ora ti aggiungo che sono pure celiaco. Capirai quindi che alla vostra festa rischierei la vita. So che ad alcuni farebbe piacere ma…
Ho letto il tuo post, e come sempre ne apprezzo il tono onesto, sincero, fiero. Capisco la fatica, il sudore, l’impegno volontario. Capisco l’orgoglio per ciò che fai (fate).
Però—resto delle mie idee—una festa di partito che propone un piatto simbolo (le costine) a 13 euro, abbinato per forza a delle patatine, non suona proprio popolare. Che si possa scegliere “altro”, per carità, è vero. Ma non è questo il punto.
Il punto è che nessuno dovrebbe mai sentirsi fuori posto a una festa di sinistra solo perché ha in tasca un biglietto da dieci.
La coerenza, in certi contesti, vale più della carne e del carbone. È questione di principio. E se c’è una cosa che dovrebbe distinguere la sinistra—quella vera—è proprio l’attenzione agli ultimi, anche a cena, senza imbarazzi.
Sono certo che il prossimo anno le patatine verranno vendute a parte. E che magari qualcuno potrà ordinare solo quelle, senza doversi giustificare. E magari senza doversi sentire spiegare la raccolta fondi con l’articolo del TUIR.
Un saluto affettuoso a te, ma solo a te. Perché gli altri—e lo dico senza tentennamenti—li trovo davvero insopportabili. E pure parecchio lontani dal comunismo, dal socialismo e da ogni idea anche solo vagamente progressista.
Piastrini, ex democristiani, ex berlusconiani travestiti da novelli Che Guevara: no, grazie. Settimo ha già perso abbastanza per colpa di queste maschere.
Ci vediamo, forse, alla prossima festa dell’Unità....
Devo solo capire se mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente.
Nel dubbio - se dovessi decidere di venire - porterò un’insalata di quinoa e la tessera del ’77 di un amico. Quella vera. Quella con ancora la falce e il martello.
Liborio La Mattina
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