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Ambiente
04 Luglio 2025 - 18:25
Torino firma il patto per il Po: un fronte comune contro il clima che cambia
Non è un gesto simbolico, ma una presa di posizione politica chiara. Torino diventa il primo comune del Piemonte a sottoscrivere ufficialmente il ClimActPact4Po, un patto d’azione e d’intenti che ha l’obiettivo di rafforzare l’adattamento climatico nell’area del bacino del fiume Po, una delle zone più densamente abitate e cruciali d’Italia, con oltre 16 milioni di persone coinvolte. La firma, che arriva nell’ambito del progetto europeo Life Climax Po, segna un nuovo passo nella strategia della città per affrontare gli effetti sempre più gravi della crisi climatica, partendo dal locale per incidere sul globale.
Il documento sottoscritto da Torino non è una semplice dichiarazione d’intenti: rappresenta una piattaforma operativa, costruita attorno a obiettivi misurabili e azioni condivise tra enti locali. Ogni comune aderente, in base alle proprie risorse e caratteristiche, potrà calibrare il proprio contributo: dalla redazione di piani di adattamento al cambiamento climatico, alla promozione della partecipazione civica, fino al coinvolgimento di università, centri di ricerca e organizzazioni del territorio.
“Torino è fortemente impegnata nel promuovere iniziative per l’adattamento e la mitigazione ai cambiamenti climatici”, ha dichiarato l’assessore Francesco Tresso, che ha seguito da vicino il processo di adesione. “L’adesione a questo patto sarà di ulteriore stimolo e impegno”, ha aggiunto, sottolineando come l’ambizione della città non sia solo quella di fare la propria parte, ma anche di spingere altre amministrazioni a seguirne l’esempio.
Il ClimActPact4Po resterà in vigore fino al 31 gennaio 2032, con un orizzonte temporale sufficientemente lungo per mettere alla prova le azioni avviate e, se necessario, modificarne l’impostazione. Il cuore dell’accordo è la cooperazione multilivello, che mira a costruire una rete di soggetti capaci di integrare conoscenze, strumenti e risorse per rendere i territori più resistenti agli eventi estremi. A rendere urgente questo tipo di interventi sono le trasformazioni evidenti che interessano il bacino del Po, tra cui l’aumento delle temperature, la riduzione delle precipitazioni nevose, periodi siccitosi più lunghi e ondate di calore che colpiscono in particolare le aree urbane.
Torino, nel frattempo, non sta a guardare. Oltre all’adesione al ClimActPact4Po, porta avanti un lavoro strutturale su vari fronti: dalla riforestazione urbana ai progetti del PNRR legati alla transizione ecologica, passando per il potenziamento delle infrastrutture verdi e blu. Tra le azioni concrete già avviate, vi è ad esempio il progetto di messa a dimora di nuovi alberi, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2026 un impatto ambientale paragonabile a 600.000 nuovi alberi. Non si tratta solo di piante, ma di politiche di raffrescamento naturale, di assorbimento di CO₂, di rigenerazione urbana e sociale.
Il patto firmato da Torino si pone quindi anche come atto politico, una chiamata alla corresponsabilità tra enti pubblici, cittadini e soggetti privati. L’adattamento climatico, è bene ribadirlo, non è un’opzione, ma una necessità per proteggere salute, economia e patrimonio ambientale. I rischi connessi al cambiamento climatico – dalle alluvioni all’innalzamento delle temperature, dalla perdita di biodiversità alla scarsità d’acqua – si fanno sempre più evidenti. E ogni territorio, per quanto piccolo, ha un ruolo nel contenere gli effetti di questo fenomeno globale.
L’ambizione del progetto Life Climax Po e del suo braccio operativo ClimActPact4Po è proprio questa: non aspettare una soluzione calata dall’alto, ma costruire dal basso un modello di risposta integrato, replicabile in altri contesti e capace di dare voce alle comunità locali.
Torino, con la firma di questo patto, si candida a essere una delle città pilota per la resilienza climatica in Italia, dimostrando che è possibile coniugare scelte amministrative, competenze tecniche e coinvolgimento civico per affrontare una delle sfide più complesse del nostro tempo.
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