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04 Luglio 2025 - 18:04
Segnale TV scomparso da maggio: in collina la sera è senza Mediaset e Rai, ma il canone arriva puntuale
Serate rovinate, programmi irraggiungibili e una bolletta che arriva puntuale, canone Rai compreso. È questo il quadro che si delinea da numerose segnalazioni giunte in redazione da parte di residenti della collina torinese, in particolare San Sebastiano da Po e nella frazione Saronsella, dove da almeno due mesi si registrano gravi disservizi nella ricezione del segnale televisivo, in particolare per quanto riguarda i canali Mediaset, ma con problemi crescenti anche sulla Rai.
Il disagio non è solo tecnico. È quotidiano, silenzioso, ma di quelli che rovinano i pochi momenti di svago a disposizione. Pensiamo a una famiglia qualsiasi: rientro dal lavoro, cena consumata in fretta e poi il meritato riposo davanti alla TV, per rilassarsi con un film, un telegiornale o una trasmissione leggera. Ma lo schermo resta nero, o a tratti mostra immagini a scatti, con audio disturbato e interruzioni continue. A nulla serve risintonizzare, cambiare decoder, orientare l’antenna: il problema è nel segnale.
Secondo quanto riferito da diversi cittadini, i disservizi sono iniziati già nel mese di maggio, ma nessuno sembra essersi mosso per risolverli. E qui entra in gioco un punto cruciale. In un’epoca in cui le tecnologie digitali consentono di monitorare in tempo reale ogni anomalia, viene da chiedersi come sia possibile che i gestori del segnale non rilevino un malfunzionamento così prolungato e così esteso. Non parliamo di un'area remota o isolata, ma di comuni della prima fascia collinare torinese, non lontani dalle principali dorsali di trasmissione.
La responsabilità, certo, non è dei cittadini. Anche se, come ricorda il buon senso (e le regole del servizio pubblico), è importante segnalare i disservizi agli operatori tecnici competenti. Ma in un contesto in cui il servizio viene pagato regolarmente — come dimostrano le bollette della luce con tanto di supplemento per il canone Rai — è legittimo aspettarsi un servizio funzionante, stabile e puntuale.
La domanda che in molti si fanno è semplice e legittima: perché pago un canone se poi non posso vedere nemmeno il telegiornale? E ancora: perché nessuno ci avvisa, ci spiega o ci assicura che il problema verrà risolto? Le famiglie interessate si sentono abbandonate, come se vivere in collina comportasse automaticamente l’essere cittadini di serie B anche in fatto di servizi di base.
San Sebastiano da Po e fraz. Saronsella non sono nuove ai disagi legati alla connessione e alla copertura dei servizi, ma il caso del segnale TV tocca una sfera diversa, più intima: quella del tempo libero, del diritto all’informazione, della possibilità di sentirsi parte di una comunità anche solo guardando un programma in diretta, seguendo un evento sportivo, un film o una trasmissione storica.
In assenza di risposte ufficiali, l’auspicio è che queste segnalazioni servano da campanello d’allarme, affinché i tecnici dei gestori preposti — siano essi Rai, Mediaset o altri — intervengano al più presto per ripristinare un servizio essenziale. In un Paese che si professa connesso, digitale e moderno, vedere la televisione non dovrebbe essere un lusso da montagna, ma un diritto ordinario.
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