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Mammografie anche il sabato, Torino accelera: la prevenzione non può essere rimandata!

Mammografie gratuite anche il sabato: accesso facilitato e meno attese alla Città della Salute di Torino per una prevenzione più efficace

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Mammografie anche il sabato, Torino accelera: la prevenzione non può essere rimandata!

Mammografie gratuite anche il sabato, per garantire più accesso, meno attese e maggiore prevenzione. A partire da luglio 2025, la Città della Salute e della Scienza di Torino lancia una nuova iniziativa dedicata alla prevenzione del tumore al seno, aprendo le porte del Centro di Senologia anche durante i fine settimana. Un potenziamento strategico, voluto per recuperare sulle liste d’attesa e coinvolgere più donne possibili, soprattutto quelle che, per motivi di lavoro, non riescono a prenotare una mammografia nei giorni feriali.

L’iniziativa si inserisce nel quadro del programma “Prevenzione Serena”, lo screening gratuito promosso dalla Regione Piemonte per individuare in fase precoce tumori della mammella, del collo dell’utero e del colon-retto. Il progetto del sabato è attivo presso il Centro di Senologia del presidio San Giovanni Antica Sede, in via Cavour 31, e prevede un’apertura estesa dalle 8 alle 16, con tutte e sei le apparecchiature mammografiche in funzione. Saranno garantiti fino a 200 esami ogni sabato di luglio, con la possibilità di prolungare l’iniziativa anche nei mesi successivi.

Possono prenotare le donne residenti a Torino, tra i 45 e i 74 anni, che non si sono sottoposte a una mammografia di screening negli ultimi due anni (o nell’ultimo anno se sotto i 50). La prenotazione è semplice: basta telefonare al numero verde 800 00 11 41, attivo dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20, oppure accedere al portale PIEMONTETU (www.piemontetu.it) con SPID o Carta d’Identità Elettronica. L’esame è interamente gratuito, refertato da due radiologi e inserito in un percorso altamente controllato dal punto di vista della qualità.

Flavia Pirola, direttrice sanitaria della Città della Salute, spiega così il senso dell’operazione: «Vogliamo aumentare la percentuale di adesione allo screening, rendendo l’esame più accessibile. Per farlo, abbiamo ampliato gli orari, coinvolto il personale sanitario con attività aggiuntive e attivato fondi straordinari, tra cui il Fondo Balduzzi, che serve ad abbattere i tempi d’attesa». Un investimento di risorse economiche e umane, che però risponde a un bisogno concreto di salute pubblica.

Lo screening al seno è infatti uno strumento salvavita. Il tumore della mammella è ancora oggi la prima causa di morte oncologica tra le donne, e la diagnosi precoce resta l’unica via per aumentare significativamente le probabilità di sopravvivenza. Ogni due anni, la Regione invita tutte le donne tra i 50 e i 69 anni a effettuare una mammografia gratuita. Per quelle tra i 45 e i 49 anni, il test è previsto su richiesta e a cadenza annuale. In alcuni casi, il programma può estendersi fino ai 74 anni.

L’importanza di aderire non è mai abbastanza sottolineata. A ricordarlo è anche Livia Giordano, responsabile della struttura di Epidemiologia di Screening-CRPT e del Programma 1 di Screening: «La sanità pubblica può fare la sua parte inviando inviti, garantendo esami di qualità, riducendo i tempi. Ma il cittadino resta il protagonista. È la sua adesione che fa la differenza». Il sistema funziona se c’è fiducia, conoscenza e partecipazione.

Il progetto dei “sabati della prevenzione” si configura dunque come un’occasione concreta per superare barriere logistiche, lavorative e psicologiche, e raggiungere con più efficacia la popolazione bersaglio. Al timone dell’organizzazione c’è il dottor Vincenzo Marra, direttore della Senologia di Screening, in sinergia con il Dipartimento di Diagnostica per Immagini e Radiologia Interventistica diretto dal professor Paolo Fonio.

Sul fronte della comunicazione, la Città della Salute sta studiando   con nuovi strumenti, nuovi orari, e una rinnovata attenzione alle esigenze di chi, troppo spesso, rinuncia per mancanza di tempo o informazione.

Non si tratta solo di un ampliamento del servizio, ma di una sfida organizzativa e culturale. Portare la sanità pubblica più vicino alla vita quotidiana, offrire soluzioni concrete e dignitose, senza gravare sui costi delle famiglie, significa scommettere sulla salute come diritto e non come privilegio. E se c’è un luogo dove questa scommessa può riuscire, è proprio dove medicina, ricerca e impegno sociale si incontrano: alla Città della Salute e della Scienza di Torino.

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