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Terremoto nell'alessandrino: nessun danno, ma la terra ha tremato silenziosamente

Registrata alle 7 del mattino, nessun danno segnalato, monitoraggio continuo delle autorità locali

Terremoto nell'alessandrino

Terremoto nell'alessandrino: nessun danno, ma la terra ha tremato silenziosamente

Nessun boato, nessuna corsa in strada, nessuna paura. Eppure la terra ha tremato. Una scossa di terremoto di magnitudo 2.4 è stata registrata alle 7.02 del mattino di martedì 2 luglio nel territorio comunale di Garbagna, nell’Alessandrino. Il sisma, localizzato a 9 chilometri di profondità, è stato rilevato solo strumentalmente dagli apparati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, senza che nessun cittadino l’abbia avvertito.

L’evento è stato comunicato alla Protezione civile di Alessandria, che ha confermato l’assoluta assenza di danni o criticità. Nessuna struttura lesionata, nessuna interruzione dei servizi, e la vita in paese è continuata come se nulla fosse accaduto. Del resto, una magnitudo di 2.4 è troppo bassa per provocare conseguenze materiali e non viene percepita dall’uomo, se non in rari casi e in condizioni particolarmente favorevoli.

Eppure, anche scosse così lievi sono importanti. Servono a monitorare lo stato di attività tettonica della zona, a raccogliere dati utili alla prevenzione e alla conoscenza del territorio. Garbagna e l’area collinare circostante non sono zone ad alta sismicità, ma rientrano comunque in quelle aree dove fenomeni tellurici di lieve entità possono verificarsi, come dimostrano anche alcuni precedenti degli anni passati, tutti senza conseguenze.

Il caso di Garbagna, per quanto innocuo, arriva in un periodo in cui l’attenzione pubblica sul tema sismico è particolarmente alta. A tenere banco da settimane sono infatti le scosse registrate ai Campi Flegrei, nel napoletano, dove si sta verificando un fenomeno molto diverso, noto come bradisismo. Qui non si parla di terremoti tettonici classici, ma di sollevamenti e abbassamenti del suolo legati all’attività vulcanica profonda, che possono generare sciami sismici di bassa magnitudo, ma più frequenti e avvertibili.

Nel caso piemontese, invece, siamo davanti a un evento isolato, prodotto da una lieve frattura nella crosta terrestre, non legato ad attività vulcaniche, e tipico delle zone appenniniche o pedemontane. L’Ingv continuerà a monitorare la situazione, ma tutto lascia intendere che si sia trattato di un fenomeno isolato e del tutto privo di pericoli.

Anche se non ci si accorge di nulla, il sottosuolo parla. E imparare ad ascoltarlo, anche quando lo fa con voce lieve, è l’unico modo per capire e, un giorno, forse prevenire.

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