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01 Luglio 2025 - 17:21
Attenzione viaggiatori: virus tropicali in aumento! In Italia 90 casi importati tra dengue e chikungunya
Dengue, chikungunya e Zika non sono più malattie lontane. L’Italia, come conferma l’ultimo aggiornamento dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), registra una crescita di casi importati legati a questi virus trasmessi da zanzare infette, tutti contratti all’estero ma con potenziale impatto anche sul territorio nazionale.
Dal 1° gennaio al 30 giugno 2025, sono stati 68 i casi confermati di dengue e 22 quelli di chikungunya, entrambi associati a viaggi all’estero. Inoltre, sono emersi 4 casi di Zika virus e alcune segnalazioni preoccupanti su virus endemici italiani come il West Nile, il Toscana virus e l’encefalite da zecche (Tbe).
I dati sono stati diffusi in occasione del convegno nazionale “Preparazione e Contrasto alle arbovirosi endemiche ed epidemiche in Italia”, che ha riunito a Roma gli esperti del Ministero della Salute, dell’Iss, degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (Izs) e delle Regioni.
Secondo Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss, «Le arbovirosi rappresentano un serio problema di sanità pubblica e richiedono un approccio integrato, basato sul modello One Health», che considera inscindibili le connessioni tra salute umana, animale e ambientale.
La dengue, che ha colpito principalmente turisti italiani di ritorno da Centro e Sud America e Sud Est Asiatico, continua a rappresentare la principale arbovirosi importata nel nostro Paese. Anche i 22 casi di chikungunya sono legati a viaggi, in particolare verso Madagascar, isola Réunion e Sri Lanka.
Se sul piano clinico la gran parte dei pazienti rientrati in Italia ha ricevuto cure tempestive e non si registrano decessi, il problema resta il rischio di trasmissione locale: bastano zanzare infette, presenti anche in alcune zone italiane, per scatenare piccoli focolai, come già accaduto in passato, ad esempio nel Lazio o in Veneto.
In parallelo, l’Iss monitora anche le arbovirosi endemiche, ovvero presenti stabilmente sul territorio italiano. Al 30 giugno sono stati registrati 12 casi autoctoni di Tbe, senza decessi, e 5 casi di Toscana virus, anch’essi senza esiti fatali. Ma il segnale che ha acceso un campanello d’allarme riguarda il virus West Nile, la cui presenza è stata rilevata in pool di zanzare nelle province di Oristano e Venezia.
Per questo motivo è già scattato il controllo preventivo sulle donazioni di sangue nelle aree a rischio, per evitare trasmissioni trasfusionali del virus.
A livello globale, i numeri fanno ancora più impressione. L’Ecdc, il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, stima oltre 3 milioni di casi di dengue nel 2025, con 1400 decessi, soprattutto in America del Sud, Asia, Oceania e alcuni paesi africani. Per la chikungunya, invece, i casi sono circa 220mila con 80 morti, concentrati in Brasile e India.
L’aumento dei viaggi, la globalizzazione e il cambiamento climatico, che favorisce la proliferazione delle zanzare vettori anche in zone temperate come l’Italia, stanno creando le condizioni per una nuova sfida sanitaria. In questo scenario, la prevenzione gioca un ruolo decisivo: campagne di sensibilizzazione, sorveglianza entomologica, controlli aeroportuali, bonifiche ambientali e gestione efficace dei focolai sono strumenti chiave per limitare la diffusione.
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