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Ottime notizie da Torino: 12enne ferito nell’esplosione di via Nizza esce dalla terapia intensiva

Bambino ferito nell'esplosione di Torino esce dalla terapia intensiva: segnali di speranza in una tragedia che ha sconvolto molte famiglie

Ottime notizie da Torino

Ottime notizie da Torino: 12enne ferito nell’esplosione di via Nizza esce dalla terapia intensiva

A due giorni dalla devastante esplosione in via Nizza 389 a Torino, arrivano notizie incoraggianti sul fronte sanitario: il dodicenne ferito gravemente è finalmente uscito dal reparto di terapia intensiva. Il bambino, rimasto vittima della deflagrazione insieme alla sua famiglia, aveva riportato ustioni di terzo grado sul 35% del corpo. Ora è stato trasferito dal Regina Margherita al Centro Grandi Ustionati del CTO, dove le sue condizioni, seppur delicate, sono definite stabili e stazionarie. Un progresso lento ma significativo, che restituisce speranza a familiari e medici.

La deflagrazione, avvenuta nella notte tra sabato 29 e domenica 30 giugno, ha sconvolto un intero isolato e ucciso Jacopo Peretti, 35 anni, originario di Mazzè, travolto nel sonno dai detriti. Lo scoppio ha coinvolto più appartamenti, innescando un effetto domino tra esplosione e incendio, che ha investito in pieno anche l’alloggio del dodicenne e quello di una bambina di sei anni, pure lei finita sotto osservazione al Regina Margherita. Per la piccola, fortunatamente, i medici hanno già disposto le dimissioni, con una prognosi di 14 giorni.

Secondo la ricostruzione più accreditata, l’esplosione avrebbe avuto origine da un quinto piano attualmente disabitato, mentre gli effetti si sono propagati a catena sugli alloggi adiacenti e sottostanti. Oltre ai danni strutturali, che hanno reso inagibili parte del palazzo, si contano almeno tre feriti. La situazione più critica, fin da subito, è apparsa quella del dodicenne romeno, ricoverato in codice rosso con ustioni su schiena, torace e gambe.

Il trasferimento al CTO, struttura specializzata nel trattamento delle ustioni più gravi, è stato possibile solo dopo la stabilizzazione delle condizioni cliniche. I medici parlano ora di un decorso «attento e monitorato», che richiederà settimane, se non mesi, di cure e riabilitazione.

Intanto, proseguono anche le indagini tecniche sull’origine dello scoppio. I Vigili del Fuoco e gli esperti di Italgas hanno messo in sicurezza la rete al livello stradale, ma non è ancora stato possibile ispezionare il punto esatto dell’esplosione, poiché l’area è in parte ancora pericolante. L’ipotesi di una fuga di gas resta in cima alla lista, ma non si escludono neppure malfunzionamenti strutturali interni. La Procura ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e sta vagliando anche eventuali responsabilità legate alla manutenzione.

Sul fronte civile, i condomini degli stabili colpiti sono stati temporaneamente sfollati, con interdizione agli accessi e interruzione di luce, gas e acqua. Alcuni residenti, come ha raccontato uno di loro in una testimonianza raccolta da ANSA, si sono rifugiati da parenti nella notte, mentre altri hanno trovato ospitalità grazie ai servizi di emergenza del Comune.

In mezzo alla tragedia, il sorriso della piccola di sei anni e la lenta ripresa del dodicenne ferito rappresentano due simboli di speranza. Il dolore resta enorme, ma la città osserva con trepidazione ogni progresso medico. Ora il pensiero va anche al futuro delle famiglie colpite, alla ricostruzione psicologica oltre che materiale, e alla necessità urgente di verifiche su tutti gli impianti simili, per evitare che un’altra notte si trasformi in un incubo.

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