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01 Luglio 2025 - 10:24
Dal mito alla protesta: i residenti dicono no al Rally di Castiglione Torinese.
Non è bastata la tradizione. Non sono bastati i decenni di presenza. Il polverone che si è alzato durante l'edizione 2025 del Rally di Castiglione Torinese non è stato solo quello delle vetture da corsa che sfrecciavano per la collina, ma anche quello delle polemiche sollevate dai residenti di Sciolze, Moncucco, Cinzano e Cordova, oltre che di Castiglione stesso.
Dopo la competizione, avvenuta tra il 28 e il 29 giugno scorsi, sui social è iniziata una vera e propria battaglia a suon di post tra i cittadini. Una frattura netta tra chi difende la manifestazione sportiva e chi, esasperato dal rumore e dai disagi, chiede di dire basta.
A incendiare gli animi è stato anzitutto un volantino, comparso nei giorni scorsi lungo le strade dei paesi coinvolti. Un foglio stampato in bianco e nero che lancia un messaggio secco: «La protesta dei residenti contro il Rally della Collina si fa sempre più incisiva!». Il testo annuncia la nascita di un coordinamento, una raccolta firme e persino l’ipotesi di un esposto alla Prefettura. Segni tangibili di una mobilitazione che ha superato la soglia della sopportazione.
Il clima sui social è incandescente. I commenti si rincorrono, tra chi denuncia un evento che paralizza i paesi per ore e chi invece lo celebra come fiore all’occhiello della tradizione sportiva piemontese. Le posizioni sono inconciliabili. «È ridicolo impedire di fare una manifestazione sportiva come il rally, che da 60 anni si svolge senza problemi», scrive uno degli appassionati. E rincara: «Per le emergenze esiste la protezione civile e una commissione sulla sicurezza che blocca immediatamente la prova per l’intervento…».
Il dibattito si trasforma in sarcasmo. «Se poi non volete sentire il rombo dei motori, in ferramenta vendono le cuffie e i tappi. Altrimenti si va via prima della chiusura delle strade», affonda un altro sostenitore della corsa.
Ma chi contesta non si sente rappresentato da queste ironie. Parla di diritti calpestati, di silenzio imposto, di paesi trasformati in piste. Chi abita lungo il percorso lamenta non solo il rumore, ma anche le chiusure, i disagi per spostarsi e l’invasione di un turismo poco rispettoso. È in questo contesto che matura l’idea di un esposto ufficiale. Un passo formale per portare il caso oltre i commenti online e chiedere un intervento concreto.
Il Rally della Collina, dunque, non è più solo un evento sportivo. È diventato terreno di scontro tra due visioni agli opposti. Una battaglia che difficilmente troverà una sintesi nelle parole “passione” o “rispetto”. Perché ciò che a qualcuno appare come una festa, ad altri somiglia sempre più a un’invasione di caos e inquinamento acustico.
C’è poi il tema dell’inquinamento ambientale. «Tutta la giornata è stata inquietante, con un inquinamento acustico e ambientale pazzeschi. Nessuno ha pensato di misurarli, visto che va tanto di moda questo green? Ci riempiamo la bocca per salvare l’ambiente e poi facciamo una manifestazione inquinante e sicuramente terrorizzante per la fauna locale. Il rally è anacronistico», si sfoga online un cittadino, convinto che i tempi siano ormai cambiati.
«Un Rally autorizzato da una folta serie di amministrazioni locali e dalla Città Metropolitana di Torino, evidentemente ignare del fatto che nel 2026 la Commissione MAB - UNESCO sottoporrà a verifica l'utilizzo che è stato fatto negli ultimi dieci anni di una delle 21 riserve della biosfera, cioè la Collina del Po che assieme alla Grande Monviso costituisce un percorso che dalla sorgente del fiume Po arriva ininterrotto fino ai confini col vercellese», fanno sapere da un agriturismo della collina.
Aggiungono inoltre: «Diversi movimenti ambientalisti e associazioni che hanno a cuore uno sviluppo culturale sostenibile di questo territorio e si sono attivati per una sottoscrizione atta a sensibilizzare le istituzioni emananti tali autorizzazioni. La raccolta firme verrà effettuata in diversi luoghi e in tempi diversi su tutto il territorio direttamente interessato dal tracciato delle competizioni sportive e nella Città di Torino in attività commerciali sostenibili».
Il dibattito rimane così aperto, compresa la raccolta firme contro la manifestazione. Da un lato una competizione attiva da 60 anni che attira appassionati e curiosi da tutto il Piemonte, ma dall’altra una sensibilità diversa verso l’ambiente, gli animali e l’inquinamento acustico, patito anche da tante persone.
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