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Cronaca
30 Giugno 2025 - 11:52
Bracconaggio nella pianura pinerolese: scattano sequestri e multe
Caccia fuori stagione, armi non autorizzate e strumenti di cattura vietati. Sono queste le irregolarità emerse nei primi mesi del 2025 grazie ai controlli intensificati dal Nucleo Carabinieri Forestale di Pinerolo, con il supporto del Corpo di Polizia Locale della Città Metropolitana di Torino e delle Guardie Venatorie della LAC. Una vigilanza che si è concentrata sulla Pianura Pinerolese, dove sono stati accertati gravi episodi di bracconaggio ai danni della fauna selvatica.
Nel primo caso documentato, le forze dell’ordine hanno scoperto l’abbattimento di una femmina di cinghiale (Sus scrofa) durante il periodo di divieto venatorio. L’animale è stato colpito con arma e munizionamento non consentiti, violando in modo palese le disposizioni della Legge 157/1992 sulla tutela della fauna omeoterma.
Nel secondo episodio, invece, i forestali hanno rinvenuto su un terreno agricolo una serie di trappole metalliche a strozzo e gabbie illegali utilizzate per la cattura di piccoli mammiferi selvatici. Dispositivi vietati dalla normativa nazionale e da specifiche Convenzioni internazionali per la protezione della biodiversità. I lacci – strumenti cruenti e non selettivi – sono considerati particolarmente lesivi: provocano gravi sofferenze all’animale, lo immobilizzano fino a causarne la morte per strangolamento o stenti, e non permettono di distinguere tra specie cacciabili, protette o domestiche.
In entrambi i casi, i Carabinieri Forestali hanno proceduto al sequestro penale degli strumenti di caccia illegali e dell’arma usata per l’abbattimento del cinghiale, raccogliendo le prove documentali necessarie a supportare le contestazioni. Ai due contravventori è stato contestato il reato di cui all’articolo 30, comma 1, lettera H della legge 157/1992, che punisce chi esercita la caccia in periodo di divieto o con mezzi vietati. La sanzione prevista è un’ammenda fino a 1.549 euro, ma non si esclude l’estensione delle indagini per verificare eventuali responsabilità ulteriori.
Va ricordato che le posizioni degli indagati sono coperte dal principio di presunzione d’innocenza: la loro colpevolezza sarà accertata solo al termine dell’iter giudiziario e con sentenza definitiva.
L’allarme lanciato dalle autorità è chiaro: queste violazioni, apparentemente circoscritte, rappresentano una minaccia concreta alla fauna locale, già messa sotto pressione da frammentazione degli habitat, urbanizzazione e crisi climatica. L’uso di trappole e lacci, in particolare, compromette la selettività degli interventi, colpisce specie protette e può causare la sofferenza e la morte di animali domestici, come cani e gatti, attratti involontariamente dalle esche.
L’impatto sulla biodiversità è diretto. Ogni animale ferito o ucciso illegalmente rappresenta un anello strappato all’equilibrio ecologico di un’area. E la pianura pinerolese, pur essendo una zona agricola, è ricca di corridoi ecologici, frequentati da volpi, tassi, lepri e ungulati, oltre a numerose specie di uccelli. La presenza di strumenti di cattura non autorizzati è un segnale d’allarme da non sottovalutare.
Il Gruppo Carabinieri Forestale di Torino rinnova così il proprio impegno nella tutela del territorio e della fauna selvatica, ma invita anche la cittadinanza a collaborare. La segnalazione tempestiva di attività sospette, la sensibilizzazione delle comunità rurali e la vigilanza attiva delle associazioni ambientali sono strumenti fondamentali per contrastare un fenomeno che, se trascurato, può portare a danni ambientali irreversibili.
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