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29 Giugno 2025 - 20:01
Tanti annunci, pochi permessi: mezzo milione di ingressi ma la realtà resta un’altra
Altri 500mila lavoratori stranieri nei prossimi tre anni. È quanto prevede il nuovo decreto flussi del governo Meloni, pronto a sbarcare lunedì in Consiglio dei ministri. Dopo i 450mila già previsti per il triennio 2023–2025, il nuovo piano spalanca le porte a 164.850 ingressi nel 2026, 165.850 nel 2027 e 166.850 nel 2028, per un totale di quasi un milione di ingressi nel complesso dei sei anni.
Il decreto riguarderà lavoratori stagionali e non stagionali, colf, badanti e figure professionali ad alta qualificazione. La bozza visionata specifica che l’obiettivo è quello di collegare l’entità dei flussi al fabbisogno del mercato del lavoro, in coerenza con la capacità dei territori di accogliere e integrare i lavoratori nelle comunità locali.
Sarà rafforzata anche la collaborazione con i Paesi di origine e transito, per incentivare la migrazione regolare e contrastare quella illegale. In particolare, sono previste quote preferenziali per quei Paesi che, in accordo con l’Italia, attuano campagne mediatiche per dissuadere i propri cittadini dal mettersi in viaggio lungo rotte pericolose.
Nel dettaglio, il decreto prevede per ciascuno dei tre anni l’ingresso di 76.850 lavoratori non stagionali o autonomi. Per le colf e le badanti sono previste 13.600 unità nel 2026, 14.000 nel 2027 e 14.200 nel 2028. Infine, le quote per lavoro stagionale salgono a 88.000 nel 2026, 89.000 nel 2027 e 90.000 nel 2028.
Numeri ambiziosi sulla carta, ma molto più bassi nella realtà. Secondo il monitoraggio della campagna Ero Straniero, nel 2024 solo 9.331 domande (pari al 7,8%) delle 119.890 quote assegnate si sono effettivamente trasformate in permessi di soggiorno e impieghi regolari. Ancora peggio nel 2023, quando si era arrivati solo al 13% (16.188 pratiche concluse su 127.707 quote assegnate).
Sul rilascio dei permessi di soggiorno, la situazione è altrettanto critica. A un anno dai click day dei flussi 2023, le questure italiane hanno rilasciato appena 9.528 permessi, con un tasso di successo del 7,5% rispetto alle quote autorizzate. Il sistema, insomma, continua a bloccarsi tra burocrazia, ritardi e inefficienze croniche.
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