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Natalina, la ragazza che non doveva sparire

La sua storia strappata all’oblio grazie a Marino Tarizzo ha commosso la Terrazza dei curiosi e chiuso con un abbraccio collettivo la rassegna “Libri in terrazza”. Un nome, un volto, una memoria che continua a parlare, anche nel silenzio

“Libri in terrazza” si chiude con la memoria: Marino Tarizzo commuove con la storia di Natalina

“Libri in terrazza” si chiude con la memoria: Marino Tarizzo commuove con la storia di Natalina

Settimane di parole, emozioni e pensieri si sono chiuse con un silenzioso abbraccio collettivo a Natalina. Un nome, un volto, una storia – vera, crudele, dimenticata – che grazie alla voce di Marino Tarizzo è tornata a vivere tra le mura della Terrazza dei curiosi, nell’ultimo, intenso appuntamento della rassegna Libri in terrazza.

L’autore ha presentato il suo racconto breve, Natalina, pubblicato da Baima Editore, di fronte a un pubblico numeroso, attento e profondamente toccato. Poche pagine, asciutte, senza fronzoli, che raccontano la sorte atroce di una ragazza di Pont Canavese, appena diciassettenne, deportata in Germania durante la Seconda guerra mondiale. Natalina è sopravvissuta all’orrore del lager, ma non abbastanza da lasciarselo alle spalle: rientrata in patria, è morta un anno dopo, distrutta nel corpo e nell’anima. Una fine lenta, silenziosa, come troppe.

Tarizzo, già promotore delle pietre d’inciampo nel suo paese – tra cui proprio quella dedicata a Natalina – ha spiegato come la scrittura di questa storia sia stata dettata da una necessità tanto personale quanto civile. “Dare un volto a chi è stato cancellato dalla storia è il primo passo per non smettere mai di vigilare. Perché ciò che è stato può sempre tornare, sotto altre forme”, ha detto l’autore, con parole che hanno scosso l’aria e le coscienze.

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A impreziosire la serata, la voce nuda e potente di Anna Gasparini, che ha interpretato a cappella canti dell’epoca, tra cui una struggente ballata già utilizzata in una rappresentazione teatrale tratta da Bertolt Brecht. Nessun accompagnamento musicale: solo la voce e il silenzio intorno, vibrante e sospeso, a restituire un’emozione collettiva che ha superato le parole. Emozione che si è fatta partecipazione concreta, con domande sentite dal pubblico, desideroso di conoscere non solo la vicenda di Natalina, ma anche il percorso di ricerca che ha portato alla sua ricostruzione.

L’incontro, condotto con equilibrio e profondità da Enrico Lazzarin, si è concluso con un gesto semplice ma potente: Tarizzo ha firmato con cura ogni copia del suo libro, come a prolungare quel filo sottile che unisce chi scrive, chi legge e chi – come Natalina – ha vissuto, troppo presto e troppo intensamente, la tragedia del Novecento.

La rassegna “Libri in terrazza” chiude così il suo ciclo estivo con un arrivederci carico di significato. Tornerà a settembre, con nuove voci e nuove storie, ma l’eco lasciata da questa serata – l’eco di Natalina – continuerà a risuonare. Sottovoce, ma ostinata. Come tutte le verità che non vogliono più essere dimenticate.

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