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26 Giugno 2025 - 16:29
Caldo, Pronto soccorso sotto pressione: anziani e fragili a rischio
Il caldo estremo di questi giorni sta cominciando a far sentire i suoi effetti più gravi sui sistemi sanitari italiani. Le temperature in salita e l’umidità soffocante che stringono molte città italiane stanno provocando un aumento costante degli accessi nei Pronto soccorso, soprattutto da parte di anziani, pazienti fragili e senza fissa dimora. Lo conferma la Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza (Simeu), che lancia un appello alla prevenzione e al supporto delle fasce più deboli della popolazione.
Secondo il vicepresidente Simeu Mario Guarino, l’incremento degli arrivi è già visibile, anche se al momento la situazione resta sotto controllo. Ma il trend è chiaro, e preoccupante: «I soggetti più colpiti sono soprattutto gli anziani, i pazienti pluripatologici e oncologici, che arrivano in ospedale in condizioni di disidratazione, spossatezza, ipotensione o colpo di calore». Il problema, chiarisce, è che in queste categorie l’organismo non reagisce in modo efficace: gli anziani perdono il naturale stimolo della sete, mentre i malati oncologici faticano a idratarsi in modo adeguato, esponendosi così a rischi altissimi.
Le città più colpite sono quelle segnate dai famigerati "bollini rossi" del Ministero della Salute, dove il caldo non è solo un disagio, ma diventa una questione di sopravvivenza. In queste aree gli ospedali stanno riattivando il cosiddetto "Percorso calore", una procedura di emergenza che permette al personale medico di intercettare rapidamente i casi più gravi di colpo di calore. Nei punti di emergenza più attrezzati, spiega Guarino, sono disponibili anche barelle-doccia, utilizzate per raffreddare immediatamente la temperatura corporea dei pazienti colpiti.
Ma il dato forse più inquietante riguarda le persone che vivono ai margini della società: gli anziani soli, i senzatetto, chi non può permettersi un ventilatore o una casa ben isolata. È questa la fascia che sta subendo le conseguenze più pesanti. «L’emergenza caldo – afferma Guarino – va a braccetto con le difficoltà economiche. Sono proprio i soggetti più vulnerabili, spesso invisibili, ad arrivare nei Pronto soccorso in condizioni già critiche».
E mentre si discute di strategie future contro il cambiamento climatico, in corsia si fa già i conti con le sue ricadute più dirette e dolorose. Le ondate di calore, sempre più frequenti, stanno trasformando i mesi estivi in una stagione ad alta tensione sanitaria, simile alle classiche emergenze influenzali invernali. Solo che il nemico è invisibile, e subdolo: un’aria rovente che non lascia tregua di notte, che aumenta lo stress cardiaco, che può mandare in tilt un organismo già compromesso.
Per questo la Simeu invita a non sottovalutare i segnali: stanchezza eccessiva, difficoltà respiratorie, confusione mentale, nausea. Sono sintomi che vanno riconosciuti e trattati subito, soprattutto in chi vive solo. Le amministrazioni locali sono chiamate a fare la loro parte, attivando reti di protezione, controlli domiciliari, assistenza mirata per gli over 75 e per i soggetti più deboli.
Ma è necessario anche un cambio di mentalità collettivo: il caldo non è un fastidio passeggero, ma una minaccia concreta alla salute pubblica. Il numero di decessi legati alle ondate di calore è in aumento ogni estate, e secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2050 potrebbero essere decine di migliaia ogni anno solo in Europa.
Nel frattempo, gli operatori del Pronto soccorso fanno quello che possono. Ma il vero antidoto, oggi, è la prevenzione sociale e sanitaria, fatta di informazione, interventi rapidi e solidarietà quotidiana. Perché in un’Italia che invecchia e si impoverisce, anche una semplice bottiglia d’acqua fresca può diventare un piccolo gesto che salva la vita.
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