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Caldo nelle stalle, Coldiretti lancia l'allarme per gli animali

Caldo record: ventilatori, docce e sensori. Gli allevatori corrono ai ripari

Caldo nelle stalle, Coldiretti lancia l'allarme per gli animali

Caldo nelle stalle, Coldiretti lancia l'allarme per gli animali (immagine d'archivio)

Il caldo soffocante non risparmia le campagne piemontesi. Anche nelle stalle del Torinese, con l’arrivo delle prime vere ondate di calore, è già emergenza. Le mucche, animali a sangue caldo e rivestiti di pelo, soffrono particolarmente l’afa e la loro salute va salvaguardata con ogni mezzo. È una corsa contro il tempo: il primo obiettivo è garantire il benessere animale, ma in gioco c’è anche la continuità produttiva di latte e carne.

Da tempo gli allevatori si stanno attrezzando. Le moderne stalle della pianura torinese sono oggi veri e propri impianti ad alta tecnologia. Si progettano ambienti aperti su tutti i lati per favorire la ventilazione naturale, ma questo non basta più. «Le nostre stalle sono dotate di sistemi di ventilazione automatizzati – spiega Silvano Basano, presidente della Sezione torinese dell’Associazione Allevatori – con ventole che si attivano sopra i 20 gradi e aumentano la velocità all’aumentare della temperatura. Sono posizionate strategicamente sopra le mangiatoie e sulle cuccette per assicurare aria fresca continua ed evitare zone di ristagno, dove gli animali tenderebbero ad ammassarsi».

Oltre all’aria in movimento, è l’acqua a diventare alleata. Molti allevamenti utilizzano docce e nebulizzatori attivati a intervalli regolari sulla base del cosiddetto indice THI (Temperature-Humidity Index). Il getto si interrompe dopo pochi minuti e viene sostituito da un flusso di aria fresca che serve a non lasciare il pelo bagnato, per evitare sbalzi termici e disagi ulteriori.

Tutti gli impianti sono tarati per agire con precisione: abbeveratoi sempre pieni ma a temperatura controllata, percorsi per evitare assembramenti, e persino raschiatori dei liquami attivati più spesso, per mantenere il pavimento asciutto ed evitare infezioni agli zoccoli.

«Pochi sanno quanto siano avanzati i nostri sistemi – aggiunge Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino – L’allevatore ha sempre avuto a cuore la salute dei propri animali, ma oggi è la tecnologia a offrire risposte concrete al cambiamento climatico. Se le mucche stanno bene, la produzione non crolla, e non rischiamo di restare senza fonti alimentari ricche di proteine, già oggi scarse nei mercati europei».

Il punto è che innovare costa. Tanto. Un impianto di ventilazione per 100 capi può superare i 50 mila euro. La Regione Piemonte ha stanziato 45 milioni tra 2023 e 2024 dai fondi europei per il miglioramento delle stalle, ma non basta. Gli allevatori chiedono tempi rapidi e misure strutturali.

«Il benessere animale non è solo una questione etica – conclude Coldiretti – è un tema strategico. Va trattato con la stessa urgenza con cui si sostiene la produzione di energia rinnovabile da reflui zootecnici. In gioco c’è la tenuta dell’intero comparto agricolo».

Immagine di repertorio

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