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Virus Rsv, vaccino ai neonati. In Piemonte pronte 30mila dosi per l’inverno 2025-2026

Il Piemonte rafforza la protezione contro l'RSV: 30.000 dosi di anticorpo monoclonale per un inverno sicuro per i più piccoli

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Virus Rsv, vaccino ai neonati. In Piemonte pronte 30mila dosi per l’inverno 2025-2026

Il Piemonte rilancia la sfida al virus respiratorio sinciziale (RSV) con un piano di prevenzione che guarda ai più piccoli e fragili: 30mila nuove dosi di anticorpo monoclonale sono pronte per l’inverno 2025-2026. L’annuncio è arrivato dall’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, che ha definito i risultati della precedente campagna «eccellenti», sia per l’impatto sui ricoveri che sull’accesso ai Pronto soccorso pediatrici.

L’RSV, un virus altamente contagioso, rappresenta uno dei principali responsabili di infezioni respiratorie acute nei bambini sotto l’anno di età. Nei casi più gravi può causare bronchiolite e polmonite, portando i neonati anche al ricovero ospedaliero. Per questo, il virus è da anni sotto osservazione da parte delle autorità sanitarie, soprattutto durante il picco stagionale che va da ottobre a marzo.

Nel 2024 il Piemonte è stato tra i primi a muoversi, avviando una campagna di immunizzazione innovativa con un anticorpo monoclonale di ultima generazione. Una scelta che ha anticipato i tempi rispetto ad altre Regioni italiane, ottenendo in pochi mesi riscontri molto incoraggianti: calo netto delle ospedalizzazioni e riduzione delle emergenze in pronto soccorso, specialmente nelle fasce più esposte.

Il piano di somministrazione ha coinvolto neonati nati dal gennaio 2024, e quelli venuti alla luce nei mesi considerati a più alto rischio epidemico, ovvero tra ottobre 2024 e marzo 2025. L’azione è stata portata avanti grazie al lavoro coordinato tra servizi vaccinali delle Asl, pediatri di libera scelta e punti nascita delle strutture ospedaliere regionali. Una rete capillare che ha consentito una copertura efficace e tempestiva, raggiungendo una larga parte della popolazione bersaglio.

Alla luce di questi numeri, la Regione ha scelto di proseguire sulla stessa linea anche per il prossimo inverno. Le 30mila nuove dosi verranno utilizzate secondo le medesime modalità: saranno distribuite nei punti nascita e somministrate direttamente o con il supporto dei pediatri, nel corso delle prime settimane di vita del neonato. L’obiettivo è duplice: prevenire le complicanze dell’RSV e, di riflesso, alleggerire la pressione sugli ospedali nei mesi più critici per l’influenza e i virus respiratori.

Il Piemonte si conferma così in prima fila sul fronte della sanità preventiva, soprattutto nella fascia pediatrica. Un’azione che si inserisce in un contesto nazionale ed europeo in cui cresce la consapevolezza dell’impatto dell’RSV, soprattutto in relazione ai cambiamenti stagionali e alla crescente mobilità post-pandemica.

Negli ultimi anni, infatti, la stagione dell’RSV ha mostrato andamenti irregolari e picchi improvvisi, complici l’abbassamento delle difese immunitarie nella popolazione infantile e la sospensione delle misure anti-Covid come mascherine e distanziamento. Per questo, le campagne di immunizzazione specifica stanno diventando sempre più centrali nelle agende sanitarie, con l’anticorpo monoclonale che rappresenta una vera svolta tecnologica, alternativa al vaccino tradizionale nei neonati.

Non si tratta infatti di una vaccinazione attiva (come quella antinfluenzale), ma di una profilassi passiva: un’iniezione di anticorpi già pronti a riconoscere e neutralizzare il virus prima che possa attaccare. Un approccio particolarmente adatto ai neonati nei primi mesi di vita, il cui sistema immunitario non è ancora pienamente sviluppato.

Secondo l’OMS, l’RSV è una delle principali cause di ricovero nei bambini sotto i cinque anni, e il tasso di ospedalizzazione tra i neonati sotto i sei mesi è tra i più alti tra tutte le infezioni respiratorie. In Italia si stimano ogni anno oltre 70.000 casi, con picchi di diffusione tra novembre e gennaio.

Nel 2024, il Piemonte ha visto una riduzione di oltre il 40% dei ricoveri per bronchiolite nei reparti pediatrici, un dato che ha convinto la giunta Cirio a proseguire su questa strada, potenziando l’acquisto di dosi in anticipo rispetto alla stagione virale.

«La nostra priorità è proteggere i più piccoli, che sono anche i più vulnerabili. Con questo anticorpo monoclonale abbiamo ottenuto risultati concreti, che si traducono in meno sofferenze per i bambini e meno pressione per le famiglie e per il sistema sanitario», ha sottolineato Riboldi, ricordando che la campagna è gratuita e volontaria.

Ora l’attenzione si sposta sulla fase organizzativa: le Asl stanno predisponendo i piani territoriali per la distribuzione, con l’obiettivo di partire già da ottobre. Saranno coinvolti anche i medici di famiglia, le associazioni di categoria e i consultori, in un’azione sinergica che punta a intercettare tutte le nascite previste nel periodo epidemico.

In un contesto di infezioni respiratorie in aumento, il Piemonte dà un segnale chiaro: prevenzione, innovazione e capillarità sono le chiavi per una sanità che guarda al futuro. E che parte dai bambini, per proteggere tutta la comunità.

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