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24 Giugno 2025 - 15:10
Record morti per cocaina in Italia: il dossier al Parlamento è un grido d’allarme
L’Italia registra un tragico primato: nel 2024, per la prima volta, i decessi da cocaina hanno raggiunto quelli per eroina, segnando un sorpasso simbolico e devastante. Secondo la Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze, il 35% delle morti per intossicazione acuta da stupefacenti è legato proprio alla cocaina o al crack. I dati raccolti dalle forze dell’ordine parlano chiaro: 80 decessi per cocaina, contro 81 per oppiacei. Un equilibrio macabro che racconta molto della trasformazione del mercato delle droghe e dei suoi consumatori.
Se l’eroina ha rappresentato per decenni l’immagine più cupa della tossicodipendenza, oggi la cocaina – spesso considerata erroneamente una sostanza “funzionale”, usata per prestazioni euforia-indotte – miete lo stesso numero di vittime, ma in contesti sociali differenti. E il dato più allarmante è che la letalità della cocaina è in crescita, favorita dalla sua diffusione capillare e dalla composizione sempre più impura e pericolosa.
Nel frattempo, le nuove sostanze psicoattive (NPS) continuano a rappresentare una minaccia invisibile ma concreta, con molecole sintetiche capaci di aggirare le leggi esistenti e colpire in modo imprevedibile. Non solo overdose: sono sempre più frequenti anche intossicazioni gravi e crisi psicotiche acute, specialmente nei giovanissimi.
A fronte di questi numeri, il consumo di droghe tra i giovani è “leggermente diminuito” nel 2024 rispetto al 2023, ma i livelli restano preoccupanti. La cannabis si conferma la sostanza più utilizzata, ma con un’aggravante silenziosa: il principio attivo THC è quadruplicato rispetto al 2016. In pratica, la marijuana di oggi ha una potenza psicoattiva molto più alta, con effetti a lungo termine ancora poco conosciuti e sottovalutati da chi la consuma.
I dati sui consumi di cocaina e eroina in Italia sono allarmanti
Parallelamente, cresce il fenomeno delle nuove dipendenze non legate a sostanze, come il gioco d’azzardo tra i minori e le forme patologiche di uso digitale. Le piattaforme di gioco online, i social e i sistemi di scommessa smart hanno invaso il tempo e la mente degli adolescenti, sostituendo gradualmente il modello della dipendenza classica con quello comportamentale.
La fotografia tracciata dalla Relazione è impietosa anche per quanto riguarda fumo e alcol tra i minorenni: nel 2024 si stima che oltre 500.000 studenti tra i 15 e i 18 anni abbiano fatto uso di tabacco, mentre circa 360.000 abbiano avuto almeno un episodio di intossicazione alcolica nell’anno. In entrambi i casi, è stato riscontrato un aumento tra le ragazze, che superano i coetanei maschi nell’incidenza di queste abitudini a rischio.
A preoccupare è anche l’assenza di reale percezione del pericolo. In un contesto in cui le droghe si comprano con un click, si usano in gruppo e si normalizzano sui social, la prevenzione fatica ad attecchire. Il linguaggio ufficiale non parla più ai giovani e il vuoto educativo è colmato da tutorial, challenge e falsi miti.
La Relazione si chiude con un monito: l’Italia non può più permettersi di ignorare la mutazione in atto, né può affidare tutto alla repressione penale. Serve un salto culturale, fatto di educazione, prossimità e ascolto, prima che questi numeri diventino la nuova normalità.
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