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Dall’abbandono alla speranza: la Fondazione Troglia apre le porte alle mamme sole con bambini

Un intervento di riqualificazione per offrire co‑housing solidale, frutto della sinergia tra istituzioni, volontariato e solidarietà civica

Dall’abbandono alla speranza: la Fondazione Ernesta Troglia apre le porte alle mamme con bambini

In via Lanzo a Cirié, dietro un cancello silenzioso, riaprirà presto i battenti un edificio che per anni ha taciuto. Sarà una casa nuova, ma non nel senso edilizio del termine: sarà un rifugio, un riparo concreto per donne sole con figli, un luogo dove abitare la possibilità di un futuro migliore.

A renderlo possibile è stata la Fondazione Istituto Ernesta Troglia, che ha recentemente acquisito l’immobile grazie alla generosa disponibilità della signora Liliana Macario Gaiard, precedentemente proprietaria dell’abitazione, e all’interessamento della sua tutrice legale, la professoressa Elsa Fornero, già ministra del lavoro e docente di economia.

L’edificio, di ampia metratura e ben conservato nonostante l’inutilizzo, è stato donato alla Fondazione con un intento preciso: accogliere madri in difficoltà economica, spesso sole, separate, senza autonomia. Non si tratta di un semplice alloggio, ma di un modello di co-housing solidale: una forma di ospitalità attiva che punta non solo a offrire tetto e riparo, ma anche relazioni, sostegno, dignità.

La presidente della Fondazione Troglia, Maria Carla Micono, non nasconde la soddisfazione: «Siamo lieti di questa acquisizione perché ci darà la possibilità di aiutare tante donne che, a causa di divorzio o comunque in assenza di autonomia economica, hanno bisogno di un luogo sicuro e accogliente in cui abitare, per sé e i propri figli». Parole che pesano, in un contesto sociale dove l’accesso a soluzioni abitative di emergenza è sempre più critico.

Ma c’è anche realismo operativo, nei passi che seguiranno: «Per prima cosa ripuliremo e metteremo in sicurezza l’area. L’edificio dovrà quindi essere riqualificato e adibito alle sue nuove funzioni. A questo scopo ricorreremo a bandi e valuteremo forme alternative di finanziamento», annuncia Micono, ringraziando la donatrice e il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, che ha accolto all’unanimità il progetto.

Anche il Comune di Cirié ha accolto con grande favore l’iniziativa. Il Sindaco Loredana Devietti Goggia ha parlato di una risposta necessaria e urgente: «Purtroppo sono sempre più numerose le richieste di strutture di accoglienza per madri sole, e la domanda supera l’offerta: per questo siamo veramente contenti di questa opportunità».

La sindaca Loredana Devietti

Un’opportunità che nasce da un atto di fiducia reciproca tra pubblico, privato e volontariato, e che rappresenta una prima volta per il territorio: «Sul territorio ad oggi non esistono alloggi di questa tipologia – sottolinea Devietti – ed è per questo che come Amministrazione faremo tutto il possibile, anche in accordo con l’Unione dei Comuni del Ciriacese e del Canavese, il cui Presidente Ugo Papurello ha seguito insieme a me tutto l’iter, e con il CIS – Consorzio Intercomunale Servizi Socio Assistenziali, per far sì che la struttura venga realizzata e sia funzionante quanto prima».

È una storia di generosità, visione e ascolto del bisogno quella che si sta scrivendo attorno a questo edificio. Un’azione che affonda le radici in una lunga tradizione di servizio alla persona, quella della Fondazione Troglia, e che oggi si rinnova, rispondendo a una delle vulnerabilità più difficili da intercettare: quella delle donne sole con figli, spesso invisibili alle statistiche, ma presenti nelle stanze d’attesa dei servizi sociali, tra i banchi di scuola, nelle corsie delle emergenze familiari.

Quel portone su via Lanzo, chiuso da anni, sarà presto una nuova porta aperta sulla dignità. Perché nessuna madre debba mai più scegliere tra la sopravvivenza e un tetto.

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