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Cronaca
23 Giugno 2025 - 10:45
Torino, bottiglie lanciate in pieno giorno: cresce la preoccupazione per il degrado urbano
Nuovo episodio di violenza in strada nel quartiere Barriera di Milano, a Torino. È accaduto nella tarda mattinata in un tratto compreso tra piazza Bottesini e via Clementi, zona già nota alle cronache cittadine per episodi ricorrenti di tensione e marginalità. Secondo quanto segnalato da una libera professionista residente nel quartiere, intorno alle dieci del mattino un gruppo di persone – tra cui alcuni cittadini stranieri – si sarebbe reso protagonista di un violento alterco avvenuto in piena strada, culminato nel lancio di bottiglie.
Il gesto, fortunatamente, non ha causato feriti, ma le bottiglie si sono frantumate a poca distanza da alcune persone che si trovavano nei pressi del parco. L’episodio ha subito fatto scattare la segnalazione alle forze dell’ordine, che sono intervenute rapidamente per rimettere ordine e tranquillizzare i presenti. La polizia, giunta sul posto con una volante, ha effettuato un sopralluogo e raccolto le testimonianze, mentre il gruppo coinvolto si sarebbe in parte dileguato prima dell’arrivo degli agenti.
La scena, avvenuta in orario di piena attività cittadina, ha riacceso l’attenzione sulla situazione di disagio sociale e insicurezza percepita in diverse zone della città. In particolare, l’area di Barriera di Milano, insieme a quella del vicino quartiere Regio Parco, è da tempo teatro di fenomeni di marginalità, degrado urbano e scontri tra gruppi di varia provenienza. Non si tratta di una dinamica nuova, né di un problema riconducibile a una sola componente sociale: a rendere critiche queste aree contribuiscono fattori strutturali come l’abbandono edilizio, la carenza di presidi fissi e la fragilità economica.
A commentare l’episodio è intervenuta anche una rappresentante cittadina di Fratelli d’Italia, che ha espresso preoccupazione per l’assenza di orari “sicuri” e per il ripetersi di situazioni che, a suo dire, «trasformano spazi pubblici in aree fuori controllo». La consigliera ha inoltre criticato l’amministrazione comunale per la mancanza di risposte strutturate, domandando apertamente quali strumenti concreti stia mettendo in campo l’assessorato alla Sicurezza per proteggere i residenti e ristabilire un minimo di ordine urbano.
Nel suo intervento, ha anche fatto riferimento al dibattito politico sull’immigrazione, criticando chi – in ambienti di sinistra – parla di inclusione e rieducazione senza, a suo avviso, confrontarsi con le paure quotidiane dei cittadini. Un’analisi che, seppur condivisa da una parte della popolazione, non può prescindere dal contesto sociale complesso in cui si inserisce.
Infatti, è importante sottolineare che non esiste una correlazione automatica tra nazionalità e devianza: l’inclusione, come dimostrano esperienze di successo in altri quartieri torinesi, passa anche da interventi educativi, supporto all’abitare, presidi sociali e mediazione interculturale. Gli episodi di violenza, come quello avvenuto ieri, devono essere trattati come azioni individuali da perseguire con rigore, senza generalizzazioni che rischiano di alimentare divisioni e tensioni inutili.
Il punto, semmai, è il degrado di interi pezzi di città, dove la presenza dello Stato appare intermittente e dove la convivenza – tra vecchi e nuovi residenti, tra generazioni, culture e condizioni economiche – fatica a reggere. E in assenza di spazi civici curati, opportunità di inserimento lavorativo e percorsi formativi, la rabbia e il disagio trovano spesso sfogo in gesti di violenza.
Intanto, i cittadini che vivono in quelle zone chiedono interventi concreti e visibili. Non solo repressione, ma anche manutenzione urbana, illuminazione pubblica, spazi di aggregazione, progetti sociali e una presenza costante delle forze dell’ordine sul territorio. Una sicurezza che non sia solo percepita, ma anche costruita attraverso politiche pubbliche efficaci.
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