Cerca

Attualità

Campo sportivo nel degrado, la società minaccia: “Consegniamo le chiavi”

“Paghiamo, puliamo, tagliamo l’erba… ma ci sentiamo invisibili”: la denuncia dei volontari che tengono vivo lo sport per i giovani

Verolengo

Campo sportivo nel degrado, la società minaccia: “Consegniamo le chiavi”

Il campo sportivo di Verolengo, luogo in cui da anni giovani e famiglie si ritrovano per condividere la passione per il calcio, oggi è al centro di un malcontento che arriva direttamente da chi, con fatica e dedizione, porta avanti l’attività sportiva nel paese. 

A parlare sono i volontari e i responsabili dell’associazione ASD Verolengo che gestisce il calcio comunale. La voce è una: “Il Comune ci chiede soldi, ma non fa nulla per aiutarci.” 

Da anni la società sportiva convive con disservizi, spese condivise mai chiarite e una comunicazione col Comune che definire carente, a loro detta, è poco. Un’accusa che pesa, soprattutto se si considera il valore sociale che un’associazione sportiva rappresenta in un piccolo centro come Verolengo. 

Zero manutenzione dietro al campo comunale

Secondo quanto riferito dai rappresentanti dell’associazione, le spese da sostenere sono molte: manutenzione del campo, costi delle attrezzature, utenze, gestione burocratica e molto altro. Nonostante tutto, l’amministrazione comunale non avrebbe garantito alcun tipo di contributo o agevolazione, nemmeno in termini di visibilità o supporto logistico. 

“Noi chiediamo solo rispetto e collaborazione, non pretendiamo miracoli. Ma è frustrante dover pagare, senza ricevere nulla in cambio, nemmeno un confronto vero,” racconta chi da anni si impegna a mantenere viva questa realtà. 

Tutto nasce da una riunione urgente, convocata per chiarire la situazione economica. «Ci hanno presentato i conti totali da pagare, senza alcuna distinzione tra noi e l’altra società, l’Academy. Ma non utilizziamo il campo allo stesso modo – sottolineano – in alcuni periodi lo usiamo più noi, in altri più loro. Ci era stato promesso un calcolo separato, ma sono passati mesi e non ci è stato comunicato nulla». 

Il paradosso? «Abbiamo scoperto quanto dobbiamo pagare leggendo un articolo su un altro giornale firmato da nessuno, ma con la foto del sindaco e le cifre dovute. Nessuno ci aveva ancora informati ufficialmente». 

Oltre alla mancanza di trasparenza, ci sono problemi pratici: «L’impianto di irrigazione è rotto da tre anni. Abbiamo fatto due riunioni con la sindaca sull’impianto, ma in tre anni non è cambiato nulla. Non possiamo bagnare il campo, che sembra in ordine ma è duro come la pietra. In estate è quasi inutilizzabile. Lo usiamo anche per i tornei, come quello imminente. Se piove, i bambini devono cambiarsi negli spogliatoi, ma sono in condizioni pietose». 

Tutto il lavoro quotidiano ricade sulla società: «Tagliamo l’erba dentro e fuori, facciamo le pulizie, ci arrangiamo sempre. Abbiamo chiesto al Comune di portar via i sacchi dell’erba e dei rovi dietro le porte, ma la risposta è stata: “Chi paga lo svuotamento del bidone?». Il problema principale? La totale mancanza di manutenzione. 

«Ci sono rovi ovunque.  Nessuno interviene. Lo sanno tutti, ma nessuno fa niente. Si parla di ‘poca manutenzione’, ma la verità è che non ce n’è proprio: zero manutenzione.» 

“Ci sono poi i palloni persi: «Dietro le reti ci sono rovi alti. Quando il pallone esce, non lo recuperiamo più. Ogni sabato ne perdiamo almeno tre: 70 euro buttati. A volte passa un trattore e li trincia. Abbiamo chiesto che vengano tagliati quei rovi, ma tutto tace”. 

Anche gli spogliatoi versano in condizioni precarie. «Le docce sono tutte con le manopole danneggiate. Le puliamo noi, ovviamente: nessuno viene a farlo. Finito l’allenamento, ci rimbocchiamo le maniche. Ma ad esempio, il riscaldamento non funziona per tutto l’inverno. Da gennaio, l’acqua calda non è sufficiente per fare la doccia a due squadre. Per non far congelare i ragazzi, qualcuno portava addirittura da casa la stufetta durante allenamenti e partite.» 

C’è un sistema per cui, sulle bollette, l’associazione paga il 60% e il Comune il 40%. «Ma anche quando la spesa viene condivisa, poi gli interventi non si fanno. Gli impianti restano come sono.» 

La questione della sicurezza è un altro nodo: «Una sera il vento ha scoperchiato la panchina degli ospiti. Ho avvisato l’assessore Cattozzi, ma nessuno è intervenuto. Non possiamo lasciare le squadre sotto la pioggia. L’abbiamo sistemato. Il foglio in plastica per coprire costa 120 euro, più il montaggio. Ma sempre tutto a nostre spese?». 

Il calcio comunale rappresenta molto più di uno sport: è un punto di riferimento per tanti giovani, una scuola di valori, un argine contro l’isolamento e il disagio. Quando a sostenere un’attività sono solo le famiglie e i volontari, e quando mancano incentivi o anche solo un dialogo costruttivo con le istituzioni, il rischio è che tutto si sgretoli, lasciando un vuoto difficilmente colmabile. 

C’è poi una questione non secondaria: la gestione delle strutture pubbliche. Chi si occupa della manutenzione? Chi si prende cura di uno spazio che, pur essendo di tutti, spesso viene lasciato a se stesso? 

Dall’associazione fanno sapere di aver più volte cercato un confronto, anche per definire meglio diritti e doveri, ma le risposte, a quanto pare, sono rimaste nel limbo. 

Attualmente, è l’associazione ASD Verolengo a farsi carico della maggior parte delle spese per il campo sportivo, mentre il Comune copre la parte restante. 

E allora viene spontaneo chiedersi: può un’amministrazione comunale voltarsi dall’altra parte davanti a chi promuove attività sportive, educative e sociali nel territorio? 

Amarezza, frustrazione e tanta stanchezza: «Noi mettiamo tempo, soldi, passione. E riceviamo silenzio. Tra poco gli diamo le chiavi e lasciamo tutto così: vediamo se ci sarà qualcuno a prendersi cura.» 

E mentre il tempo scorre, si avvicina un appuntamento atteso da tanti appassionati: il 6 luglio inizierà la Sfida dei Borghi, un torneo di calcio che coinvolge il paese e accende lo spirito sportivo di tutta la comunità. Ma per affrontare questa sfida nel modo giusto, servono spazi curati, strutture funzionanti e un campo all’altezza. Perché lo sport non è solo competizione, ma anche dignità, partecipazione e orgoglio di appartenere a un territorio che merita attenzione. 

In attesa di un segnale concreto, la comunità sportiva di Verolengo continua a fare ciò che ha sempre fatto: rimboccarsi le maniche, lavorare con passione, sperando che qualcuno dall’alto cominci finalmente a guardare verso il basso, dove pulsa la vera vita del paese. 

 

I bagni

 

Ci sono poi i palloni persi: "Dietro le reti ci sono rovi alti"

 

Le docce sono tutte con le manopole danneggiate.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori