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23 Giugno 2025 - 10:34
Molinette, infermieri sul piede di guerra: la nuova circolare sulle cucine scatena la protesta
A Torino, all’interno dell’ospedale Molinette, torna a farsi sentire la tensione tra personale sanitario e direzione. Dopo le restrizioni sul fumo e sull’uso delle divise nei luoghi non direttamente destinati alla cura dei pazienti, ora il conflitto si sposta sul tema delle cucine di reparto. Una nuova circolare firmata dal direttore sanitario Antonio Scarmozzino, destinata ai dipendenti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute, ha riacceso il malumore e suscitato la dura reazione del sindacato degli infermieri Nursind.
Il punto contestato è il divieto per il personale sanitario di accedere alle cucine dei reparti, ambienti riservati esclusivamente alla preparazione dei pasti per i pazienti. Da ora in avanti, i dipendenti che non siano impegnati in turno attivo nei reparti non potranno più utilizzare quei locali né per consumare cibo né per attingere ad acqua minerale. Per mangiare o rilassarsi, dovranno utilizzare la mensa aziendale o altri spazi previsti.
La decisione, spiegano i vertici sanitari nella circolare, nasce da ripetuti sopralluoghi che hanno evidenziato problemi nella gestione della pulizia, dell’ordine e delle scorte alimentari. In particolare, la presenza di più persone nei locali cucina in momenti non regolamentati creerebbe difficoltà nella sanificazione degli ambienti, nell’organizzazione dello stoccaggio temporaneo dei vassoi e nella distribuzione dei pasti.
Nella nota si precisa inoltre che le cucine non devono essere usate come sale relax, fatta eccezione per il personale che, per ragioni di servizio, non può allontanarsi dal reparto. In questi casi, l’uso parziale degli spazi è consentito, ma deve essere limitato al necessario per non compromettere l’assistenza ai degenti.
La replica del sindacato Nursind è stata immediata e decisa. Il referente aziendale Ortensio Scozzafava ha criticato non tanto il principio del regolamento, quanto la sua applicazione indiscriminata. Secondo quanto dichiarato, il problema non sarebbe il contenuto della circolare, quanto il tono generalizzante che finisce per penalizzare anche chi ha sempre svolto il proprio lavoro con correttezza.
Dal punto di vista del sindacato, si tratta dell’ennesima misura calata dall’alto senza dialogo con i lavoratori, in un contesto già reso difficile da turni estenuanti, carenze di personale, mancanza di climatizzazione e stress operativo crescente. Il clima di lavoro – si sottolinea – è già messo a dura prova dalle temperature elevate e dalla pressione costante nei reparti.
Il Nursind ha espresso inoltre fastidio per quello che considera un approccio moralizzatore, osservando che sarebbe più utile, in questo momento, ricevere attenzione, ascolto e comprensione piuttosto che nuove imposizioni. In sostanza, secondo la sigla sindacale, se ci sono stati abusi nell’utilizzo delle cucine, si sarebbero potuti affrontare come casi isolati, senza coinvolgere indiscriminatamente tutto il personale.
La circolare, in effetti, si inserisce in una linea di rigore amministrativo che l’azienda sanitaria sta portando avanti da mesi, ma che – soprattutto tra infermieri e operatori sanitari – rischia di trasformarsi in un fattore di frustrazione.
Il problema, fanno notare alcuni lavoratori fuori microfono, è anche simbolico: la cucina non è solo un luogo funzionale, ma anche uno spazio di decompressione tra un intervento e l’altro, tra un paziente in difficoltà e una terapia da somministrare. Togliere quell’accesso – o renderlo più rigido – significa ridurre ulteriormente i già scarsi margini di benessere psicofisico del personale.
Al momento, non risultano state indette assemblee o scioperi, ma il malcontento è palpabile. Il timore del sindacato è che questa misura sia solo l’anticamera di ulteriori restrizioni, applicate senza una reale valutazione dell’impatto operativo e umano.
In un ospedale come le Molinette, punto di riferimento regionale e nazionale, il bilanciamento tra regole organizzative e dignità lavorativa del personale si conferma una delle sfide più delicate della sanità pubblica. E con l’estate alle porte e i reparti sempre più sotto pressione, il malessere rischia di salire insieme al termometro.
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