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Cronaca

Pont Canavese in lacrime: i funerali del 17enne

Voleva attraversare una pozza con gli amici, come tante volte. Ma l’acqua l’ha inghiottito. Aperto un fascicolo dalla Procura di Ivrea

Pont Canavese in lacrime

Pont Canavese in lacrime: i funerali del 17enne

Un pomeriggio di giugno, il primo vero caldo dell’estate, una comitiva di ragazzi, zaini in spalla e sorrisi leggeri. Ma quel venerdì 13, a Pont Canavese, si è trasformato in tragedia. Fabio Caforio, 17 anni appena, ha perso la vita in un tratto del torrente Orco conosciuto da tutti: la Goia del Ghur, un angolo nascosto e insidioso che da anni attira giovani in cerca di refrigerio.

Fabio era molto conosciuto nel paese. Frequentava il Ciac, dove si distingueva per impegno e serietà. Aveva appena concluso uno stage brillante e già si affacciava al mondo del lavoro: un’azienda gli aveva fatto una proposta concreta. Nei giorni successivi, avrebbe dovuto cominciare una nuova esperienza come educatore per l’estate ragazzi, nello stesso centro dove lavora sua sorella Aurora. Invece, la sua ultima estate è cominciata con una fiaccolata silenziosa sotto le stelle, tra lacrime e lanterne.

Quella giornata, Fabio era arrivato al torrente con un gruppo di coetanei. Due ragazzi si sono lanciati nella pozze più profonda, nuotando da una sponda all’altra. Fabio nuotava bene, ma qualcosa è andato storto: un crampo, un colpo di freddo, o forse altro. Il compagno ha cercato di aiutarlo, ma non è riuscito a trattenerlo. Fabio è andato giù.

I suoi amici si sono tuffati per recuperarlo e lo hanno riportato a riva. Quando è stato steso sul greto del fiume, però, non respirava più. L’intervento dell’eliambulanza e dei soccorritori è stato tempestivo, ma inutile. Il suo cuore si era già fermato.

La salma è stata trasferita a Cuorgnè, in attesa dell’autopsia disposta dalla Procura di Ivrea. La magistratura, guidata da Gabriella Viglione, ha aperto un’inchiesta per accertare ogni dettaglio: dalle cause del decesso ai tempi dei soccorsi. Al momento non ci sono responsabilità accertate, ma l’indagine è aperta.

Fabio non è la prima vittima dell’Orco. Nel 2010, nello stesso punto, Marco Russo, un operaio di Chivasso, era morto annegato. Anche lui era stato trascinato dal fondale. Quindici anni dopo, lo stesso scenario, lo stesso dolore, lo stesso interrogativo: come può una zona tanto frequentata restare priva di controlli, cartelli e sistemi di sicurezza?

Pont Canavese è sotto choc. Il sindaco Paolo Coppo ha indetto il lutto cittadino per giovedì 19 giugno, giorno del funerale che si svolgerà alle ore 16 nella chiesa di San Costanzo. Il giorno prima, alle 20:30, ci sarà il rosario. Sarà possibile salutare Fabio anche dalle 13:30 alle 15:00 nella camera mortuaria di Strambino.

I compagni lo ricordano con affetto: generoso, sempre disponibile, mai arrogante. Aveva partecipato a uno spettacolo teatrale itinerante, Giro intorno al mondo, mettendo in scena culture e racconti lontani. Aveva il dono dell’ascolto. Un ragazzo speciale, dicono tutti.

Ora resta un vuoto impossibile da riempire, un’assenza che pesa. E la sensazione che si sia perso molto più di una vita. Si è spento un futuro luminoso, pieno di possibilità, e un’intera comunità ora si interroga: si poteva evitare?

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