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Infezioni sessualmente trasmissibili in crescita in Italia: i giovani sono i più colpiti

Sifilide, gonorrea e clamidia esplodono, ma l’informazione resta fragile

Infezioni sessualmente

Infezioni sessualmente trasmissibili in crescita in Italia: i giovani sono i più colpiti

Mentre l’opinione pubblica si concentra su virus e allarmi sanitari più visibili, le infezioni sessualmente trasmissibili (IST) tornano ad avanzare in silenzio. I dati più recenti del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ecdc) confermano un trend ormai solido: nell’ultimo decennio, in Europa, i casi di sifilide sono raddoppiati (+100%), quelli di gonorrea sono più che triplicati (+321%), e anche la clamidia, pur in misura minore, è salita del 13%. L’Italia non fa eccezione, e anzi si trova in prima linea, soprattutto per quanto riguarda l’impatto tra i più giovani.

È proprio tra i ragazzi dai 15 ai 24 anni che si registra il numero maggiore di nuove infezioni. Ma paradossalmente, è anche la fascia più disinformata, più esposta a comportamenti a rischio e meno intercettata dalle campagne di prevenzione. A lanciare l’allarme è l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), attraverso il suo Telefono Verde Aids e IST, attivo dal 1987. In occasione del 38° anniversario del servizio, l’analisi dei quesiti ricevuti rivela un quadro allarmante: in molti casi, i giovani non conoscono nemmeno le modalità di trasmissione delle IST.

«Ci chiedono se il virus dell’Hiv possa trasmettersi con un bacio, una puntura di zanzara, o la condivisione di una bibita», spiega Anna Colucci, responsabile dell’UORCF (Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione) dell’Iss. «Per tanti ragazzi e ragazze – continua – non è affatto scontato disporre di un bagaglio di conoscenze corretto. La sfida più grande è intercettarli, raggiungerli, offrire loro informazione di qualità prima che l’ignoranza diventi un danno».

Negli ultimi tre anni, da giugno 2022 a giugno 2025, una chiamata su dieci al servizio è arrivata da under 25, con picchi nella fascia 20-24 anni. I quesiti sono stati circa 10.000, e in quattro casi su dieci riguardavano proprio la trasmissione di HIV e altre IST. In tre casi su dieci, invece, si chiedeva dove effettuare i test o a chi rivolgersi in caso di dubbio. Il resto tocca tematiche come sintomi, comportamenti a rischio e cure disponibili.

Ma i numeri delle chiamate sono solo la punta dell’iceberg. La vera questione è quanto poco se ne parli, anche nei luoghi dove l’educazione dovrebbe essere centrale: scuole e famiglie. L’educazione sessuale resta un tabù irrisolto in larga parte d’Italia, assente nei programmi scolastici obbligatori, lasciata all’iniziativa di singoli docenti o enti locali. Il risultato? Una generazione che naviga tra informazioni confuse, approssimative o fuorvianti, spesso apprese da internet, social o amici.

Le conseguenze sono già visibili. I dati raccolti dall’Iss tra il 1991 e il 2021 indicano che le IST più diffuse in Italia sono:
Condilomi ano-genitali (HPV): oltre 65.000 casi, il 43% del totale.
Sifilide latente: più di 12.000 casi.
Herpes genitale: circa 10.600 casi.
Clamidia e gonorrea: entrambe in netta crescita, soprattutto tra i giovani.

Eppure, nonostante i numeri, resta basso il ricorso ai test diagnostici, ai consultori, ai servizi gratuiti sul territorio. E questo anche per via della vergogna e dello stigma sociale che circonda le malattie sessualmente trasmissibili. Molti ragazzi non si rivolgono ai medici per paura di giudizi, mancanza di privacy o semplicemente perché non sanno a chi rivolgersi.

L’HPV merita un discorso a parte. È il virus sessualmente trasmesso più diffuso, e può portare a complicazioni gravi come tumori del collo dell’utero, della vulva, del pene e dell’ano. La vaccinazione gratuita offerta dal SSN è efficace e disponibile da anni, ma la copertura resta inferiore al 50% in molte regioni italiane, lontanissima dagli obiettivi di sanità pubblica. E anche qui pesa la scarsa informazione.

Nel frattempo, l’aumento delle IST corre veloce. L’unico freno efficace resta una prevenzione integrata, che includa uso corretto del profilattico, screening regolari, vaccinazione e, soprattutto, informazione accessibile. Il servizio Telefono Verde dell’Iss è un esempio virtuoso: è gratuito, anonimo e fornisce risposte basate su evidenze scientifiche. Ma da solo non basta.

Serve un investimento nazionale in educazione affettiva e sessuale, non come imposizione ideologica ma come strumento sanitario e sociale, come avviene in molti altri Paesi europei. Una generazione più informata è una generazione più libera e protetta. Continuare a ignorare il problema significa moltiplicarne gli effetti.

E intanto, mentre sifilide, gonorrea e clamidia avanzano, i giovani restano soli davanti a dubbi e paure. È il momento di rompere il silenzio e restituire loro il diritto alla conoscenza, alla prevenzione e alla salute. Prima che l’allarme, da sommerso, diventi irreparabile.

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