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Lutto
19 Giugno 2025 - 10:18
L’ultimo dei pescatori del Canavese: addio a Pietro Peretto, simbolo di un mondo che resiste
A Candia Canavese, dove le giornate scorrono ancora al ritmo dei campi e del lago, il nome Pierin Peretto era molto più di un ricordo del passato: era la memoria incarnata di un mestiere, di un modo di vivere, di un’identità collettiva. Ieri, 11 giugno, Pierin si è spento all’età di 90 anni nella casa di riposo di Caluso. Con lui se ne va l’ultimo pescatore ad aver usato la "naf", la barca da pesca tradizionale del lago di Candia, e con lui si chiude un ciclo lungo generazioni.
Pierin, con la sua corporatura minuta e lo sguardo serio, affrontava ogni mattina il lago prima dell’alba. Nella penombra, posizionava i suoi “bartavel”, nasse fatte a mano che venivano sistemate all’imbocco dei canali, lì dove il pesce si muoveva al tramonto. All’alba, tornava. E raccoglieva il frutto silenzioso di quella attesa. Era un gesto antico, quasi rituale, riservato ai titolari degli usi civici del lago, tramandato da padre in figlio. Oggi resta un ricordo, ma carico di forza e significato.
Per onorare questa memoria, l’amministrazione comunale ha inserito Pierin nel progetto “Candia Ieri”. In via Vische, accanto alla Cascina Caravino dove nacque e lavorò, una grande foto lo ritrae mentre intreccia un bartavel, immobile come una scultura ma vivo nello sguardo. È un’immagine che racconta più di mille parole. Racconta la manualità, la pazienza, la sapienza di un’epoca che non tornerà, ma che i candiesi vogliono custodire.
Alla guida della cascina oggi c’è la figlia Emanuela, che ha raccolto l’eredità agricola e affettiva del padre, insieme al fratello Renato. Durante i funerali, celebrati nella chiesa parrocchiale, in tanti hanno voluto stringersi attorno a loro, testimoniando quanto profondo fosse l’affetto della comunità. Il vice sindaco Umberto La Marra lo ha definito «un uomo d’altri tempi», sottolineando come la sua figura fosse un punto di riferimento silenzioso ma essenziale.
Pierin era uno di quelli che non parlava molto, ma che tutti ascoltavano. Sapeva dove e quando gettare le reti, ma soprattutto aveva il dono di conservare. Non solo il pescato, ma la memoria, il senso, il tempo. Con lui scompare un pezzo autentico di Candia, ma resta l’impronta forte che ha lasciato nel paesaggio, nelle persone, nelle acque del lago.
Non era un eroe. Era semplicemente Pierin, il pescatore della naf. Ma per chi resta, sarà sempre un simbolo di quello che Candia è stata e vuole ancora essere.
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