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Fischia ancora il vento a Caluso: poesie partigiane per non dimenticare

Un evento fuori Salone del Libro che diventa monito e memoria condivisa, tra liriche resistenti, emozione e musica dal vivo

La presidente dell'ANPI sezione Caluso

Marilena Pedrotti

C’è chi organizza convegni, chi promuove novità editoriali, e poi c’è chi, come il Comune di Caluso, sceglie di dare spazio alla letteratura della memoria. Sabato 17 maggio, nella sala Megaton della Biblioteca Mottini, si è tenuto un incontro dal titolo “Fischia ancora il vento: Poesie partigiane”, parte del cartellone degli eventi fuori Salone del Libro. Una proposta forte, intensa, necessaria, che ha riportato alla luce versi scritti da chi ha vissuto la Resistenza sulla propria pelle.

L’iniziativa, organizzata in collaborazione con l’ANPI provinciale di Torino e curata da Marilena Pedrotti, presidente della sezione Anpi di Caluso, ha riportato l’attenzione su un lavoro editoriale pubblicato nel 1984 e nato da una ricerca degli anni Settanta: una raccolta di quaranta poesie partigiane, firmate da uomini e donne che vissero la lotta contro il nazifascismo non solo come atto militare ma anche come slancio umano e ideale. Tre le voci femminili presenti nell’antologia, autentiche testimoni di un coraggio che andava ben oltre il fronte.

La dedizione della presidente della sezione Caluso dell'Anpi Marilena Pedrotti accompagnata dalla musica e voce di Leonardo Leviano

La consueta e graditissima partecipazione di Mariella Settia, assessora alla cultura di maggioranza, con il suo personale ringraziamento di valore alla causa partigiana a valorizzare l'evento insieme a Gabriella Roberti, presidente dell'Anpi sezione Gassino, la responsabile di Caluso Marilena Pedrotti e il musicista e cantautore Leonardo Leviano

A rendere vive quelle parole, la lettura intensa e misurata di Gabriella Roberi, presidente della sezione Anpi di Gassino e figlia di partigiani. I suoi interventi hanno dato forma e respiro a testi che raccontano fucilazioni, rastrellamenti, lutti familiari e l’angoscia della popolazione civile, ma anche la fierezza, la dignità e il senso profondo del sacrificio. L’effetto sul pubblico è stato evidente: silenzi tesi, occhi lucidi, ascolto rispettoso. Ogni verso riportava in superficie una memoria che non smette di interrogare il presente.

“Voglio sottolineare con forza che queste poesie non sono semplice esercizio commemorativo, ma un appello urgente a non dimenticare”, ha detto Marilena Pedrotti durante l’incontro. “Ai giovani va trasmesso il patrimonio morale nato nella lotta partigiana: quegli esempi devono guidarci anche oggi, in un tempo che rischia di smarrire il senso della giustizia, della libertà e della responsabilità collettiva”.

A sostenere emotivamente l’incontro è intervenuto Leonardo Laviano, musicista e autore, che con voce e chitarra ha costruito un’atmosfera densa di emozione. Le sue note hanno accompagnato i testi con delicatezza, rendendo la lettura ancora più toccante. L’apice è arrivato con l’esecuzione di “Bella ciao”, cantata da tutti i presenti in piedi, in un momento di partecipazione collettiva che ha unito generazioni e storie diverse nel segno della libertà.

L’evento ha lasciato un segno profondo. Non solo per il valore dei testi proposti, ma per il modo in cui sono stati restituiti, nel rispetto della loro origine e della loro potenza. È stata un’occasione per riscoprire la funzione civile della poesia, spesso relegata ai margini ma capace, quando legata alla storia, di scuotere coscienze e ravvivare la consapevolezza.

In un tempo in cui la memoria rischia di essere svuotata da ritualità stanche, Caluso ha ricordato che la libertà non è mai scontata. Che le parole, se scelte con cura, possono essere ancora oggi una forma di resistenza. E che la cultura, quando si fa strumento di riflessione profonda, è forse l’unico modo per trasmettere ai più giovani la responsabilità di non disperdere ciò che è stato conquistato con il sangue.

“Solo ricordando da dove veniamo, possiamo costruire con consapevolezza il futuro che meritiamo”, ha concluso Pedrotti. Un ammonimento semplice, ma impossibile da ignorare. Perché la memoria, come la libertà, va coltivata. E difesa ogni giorno.

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