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17 Giugno 2025 - 22:26
Con l'estate alle porte e i termometri che minacciano di superare ogni record, i cittadini di Ciriè si trovano a fare i conti con una realtà sempre più cocente, soprattutto in alcune aree della città. Ne è un esempio lampante Corso Nazioni Unite, recentemente al centro di discussioni e perplessità a causa di un massiccio taglio degli alberi. Un post Facebook del comitato Sviluppo Vivo, intitolato "Kit di sopravvivenza per Corso Nazioni Unite (edizione estate)", ha catturato l'attenzione, trasformando l'ironia in un amaro grido d'allarme sulle conseguenze di scelte urbanistiche che negli scorsi mesi hanno fatto discutere la cittadinanza.
Il "kit di sopravvivenza" proposto è, a prima vista, esilarante, ma nasconde una critica profonda e puntuale. Si suggerisce di munirsi di borracce sempre piene, occhiali da sole e cappello per affrontare quello che viene definito un "deserto urbano". E ancora, si consiglia di chiudere persiane e finestre per difendersi da un caldo che "è più veloce dei lavori stessi", e di "entrare nei negozi con aria condizionata" per trovare sollievo e, al contempo, "sostenere il commercio locale".
L'ironia, tuttavia, lascia rapidamente spazio a una constatazione evidente: gli alberi non sono pura estetica, ma un fattore fondamentale per la vita in città. Un dato che non ha fatto esitare l’amministrazione nella sua opera di abbattimento. La mancanza di ombra, sottolinea il post, è un problema reale che affligge tutti, con ricadute sia sulla salute dei cittadini che sulla qualità urbana complessiva. Il messaggio è chiaro: "Il verde pubblico non è decorazione: è protezione".
A marzo di quest’anno, il Corso Nazioni Unite è stato oggetto di un intervento di riqualificazione urbana che ha portato alla sostituzione dei vecchi alberi che popolavano il viale, sollevando una serie di interrogativi tra la popolazione. “Pensando a questo lungo rettilineo viene in mente la lunga alberata dei maestosi alberi che hanno accompagnato, dato ombra, abbellimento, ossigeno, a residenti e passanti per più di cinquanta anni. E considerato che tale specie resiste fino a 150 anni si parla di taglio in pieno vigore della pianta”. Così aveva commentato Daniela Lazzarino, una residente che in una lettera aperta alla sindaca e all’amministrazione aveva cercato di fermare l’operazione.
A distanza di quattro mesi dall’inizio dei lavori, altri residenti stanno iniziando a vedere alcune delle conseguenze degli interventi apportati. Conseguenze "realissime" e tangibili, specialmente con l'innalzamento delle temperature medie. L'assenza di copertura arborea sta infatti trasformando ampie zone di cemento e asfalto in vere e proprie isole di calore, rendendo la vita quotidiana insopportabile e aumentando i rischi legati all'afa. Effetti che per la sindaca Loredana Devietti aveva calcolato. Infatti, a febbraio, durante un incontro con i cittadini, la prima cittadina aveva messo in guardia la popolazione: “ci saranno disagi, perché senza disagi le opere non ci sono. L'alternativa è non fare niente e continuare a dire che la gente cade, che la gente si inciampa, che gli alberi oscurano. Quindi lo dico subito: i disagi ci saranno”.
Il post di Sviluppo Vivo ha voluto portare alla luce i primi disagi che si stanno manifestando, concludendo con un appello diretto all'amministrazione comunale: "Siamo ancora in tempo per adottare soluzioni migliori rispetto a quelle trovate dall’amministrazione comunale". La speranza è che le prossime decisioni in materia di verde urbano tengano in maggiore considerazione il benessere dei cittadini e la resilienza della città di fronte ai cambiamenti climatici. Perché, come l'ironico "kit di sopravvivenza" ci ricorda, un'estate senza ombra è un'estate molto più dura da affrontare.
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