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Va in vacanza e le staccano la luce: amara sorpresa per un'anziana del torinese

Mentre si sospetta un errore tecnico, una signora anziana ne paga le conseguenze. Una voltura inesistente e un contatore staccato

Va in vacanza e le staccano la luce a sua insaputa: anziana rimane al buio e al caldo

Va in vacanza e le staccano la luce a sua insaputa: anziana rimane al buio e al caldo (immagine generata con l'AI)

Una voltura mai richiesta, un contatore disattivato senza preavviso e una signora anziana di San Mauro Torinese lasciata senza luce. Non è un errore da poco, ma l’ennesimo pasticcio burocratico che colpisce chi dovrebbe essere invece maggiormente tutelato.

Sabato 14 giugno 2025, la signora – considerata cliente vulnerabile per età – riceve una lettera dal Servizio Elettrico Nazionale (SEN). Secondo quanto riportato dai familiari, il messaggio era questo: «Abbiamo ricevuto dall’Acquirente Unico la notifica di voltura per la fornitura in oggetto a favore di un altro cliente, pertanto la fornitura non sarà più intestata a suo nome».

Peccato che nessuno in famiglia – né la signora, né i figli – abbia mai richiesto nulla del genere. Preoccupati, i familiari contattano SEN sia per telefono che via PEC. Nessuna risposta scritta. Al telefono, la conferma che la richiesta di voltura c’è stata, ma senza specificare né da chi, né verso chi.

Si pensa a un possibile errore tecnico, uno scambio di codice cliente o POD. Scomodo, ma risolvibile. Almeno in teoria.

Poi, la sorpresa peggiore. Il figlio si reca nell’abitazione della madre, al momento fuori città, e scopre che la corrente è stata staccata. Il contatore non si riarma.

Temendo un guasto, contatta E-Distribuzione, che chiarisce subito la situazione: non si tratta di un problema tecnico, ma di un distacco su mandato SEN.

Nuovo giro di telefonate. SEN nega tutto: «Non abbiamo mai richiesto un distacco, e in ogni caso una voltura non comporta l’interruzione della fornitura», riferiscono i familiari della vittima.

E allora? Com’è possibile che, a fronte di una procedura mai avviata dagli interessati, una casa venga lasciata senza energia, senza che nessuno si prenda la responsabilità?

Una domanda legittima, in un Paese dove spesso la burocrazia sbaglia ma non paga mai. Dove i centralini si passano la palla e i cittadini restano al buio, letteralmente.

In questo caso, anche con una madre anziana che rientra da una vacanza e troverà la casa buia, inospitale eforse anche senza aria condizionata, grazie all’inefficienza di un sistema che dovrebbe proteggerla.

Un disservizio? No, qualcosa di peggio. Una vera ingiustizia.

Immagine di repertorio

Come difendersi?

Chi si trova in una situazione simile non deve rassegnarsi. Il primo passo è inviare un reclamo formale, meglio se tramite PEC, chiedendo spiegazioni e il ripristino immediato del servizio. È importante conservare ogni prova scritta, incluse le risposte ricevute. Se il gestore non risolve, si può contattare ARERA – l’Autorità che tutela i consumatori nel settore energia – e attivare una procedura di conciliazione gratuita.

Nel caso in cui si sospetti un uso improprio dei dati personali, è opportuno sporgere denuncia alle forze dell’ordine, anche per evitare che il problema si ripeta o si allarghi. Le persone anziane o in condizioni di fragilità devono segnalare la propria vulnerabilità, perché in teoria dovrebbero ricevere un trattamento prioritario.

Infine, rivolgersi a un’associazione dei consumatori può essere utile per avere assistenza legale e supporto nella gestione della pratica.

Il cittadino non ha strumenti infiniti, ma ha il diritto di non essere lasciato solo. Pretendere risposte è il minimo. Pretendere giustizia, un dovere.

ARERA – Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente - Raccolte  Differenziate

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