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Borgaro: raccolta differenziata record, ma le bollette restano alte. Ed è polemica

Il gruppo di "Uniti per Cambiare" incalza l'amministrazione comunale

Borgaro: raccolta differenziata record, ma le bollette restano alte. Ed è polemica

Borgaro: raccolta differenziata record, ma le bollette restano alte. Ed è polemica

Il traguardo c’è, ma il conto resta. Ad aprile, la raccolta differenziata ha superato il 75% a Borgaro. Un risultato senza precedenti, che l’assessore all’Ambiente Giancarlo Lorenzi ha celebrato con enfasi. Eppure, a giudicare dalle reazioni del gruppo consiliare Uniti per Cambiare, guidato da Elisa Cibrario Romanin, la festa è solo a metà. Perché mentre i cittadini fanno il loro dovere, la promessa di un risparmio sulle tariffe sembra ancora lontana.

“La raccolta differenziata è un impegno collettivo, ma deve portare vantaggi concreti per tutti”, scrive il gruppo in un comunicato pubblicato sui social. “Un sistema più efficiente dovrebbe tradursi in costi di smaltimento inferiori e quindi in un alleggerimento del peso fiscale per le famiglie”. Una domanda diretta e spiazzante segue: “Ci sarà davvero un beneficio economico?”

La crescita del tasso di differenziata – dal 60% del 2022 al 75% di oggi – è senza dubbio un passo avanti importante. Le campane intelligenti, installate in diverse zone della città, hanno modificato le abitudini di tanti borgaresi, premiando il conferimento corretto e incentivando comportamenti virtuosi. Ma mentre l’Amministrazione si autocelebra, il fronte civico non si accontenta.

Il nodo è tutto politico: la Lista Gambino Sindaco – di cui Lorenzi è uno degli esponenti più attivi – avrebbe secondo il gruppo di opposizione risposto alle critiche con toni sprezzanti. E questo ha riacceso la miccia del confronto.

In un secondo documento pubblicato con toni più graffianti, Uniti per Cambiare lancia una frecciata al vetriolo: “Il Sindaco è il Sindaco anche di chi raglia. E se oggi l’asino raglia, è solo perché per troppo tempo si è fatto finta di non sentire”.

 

Un attacco frontale che mira a smascherare, secondo il gruppo, la retorica di un’Amministrazione che si direbbe sorda alle istanze critiche. “Ci fa piacere che, finalmente, arrivino i ringraziamenti ai cittadini. Peccato siano arrivati solo sotto pressione”, continua la nota. “I cassonetti sono pieni, e noi siamo costretti a scavare tanto nell’immondizia quanto nelle contraddizioni di chi governa”.

Nel mirino anche le accuse di “populismo” rivolte, pare, proprio da esponenti della maggioranza. Un’accusa che, per Uniti per Cambiare, nasconde l’incapacità di affrontare il dissenso con argomenti politici. “Chi dice che ogni critica è populismo lo fa perché non ha risposte migliori”, si legge nel documento. “Il cambiamento non nasce dal compiacimento, ma dal dissenso che scuote e costruisce”.

Elisa Cibrario Romanin, capogruppo di Uniti per Cambiare


Il dibattito si è poi acceso anche sul concetto stesso di “transizione ecologica”. Mentre da una parte si celebrano i risultati ambientali, dall’altra il gruppo civico rilancia un concetto che unisce ecologia e giustizia sociale. “Premiare i comportamenti virtuosi con incentivi non significa banalizzare la transizione ecologica, ma darle forza concreta”, scrivono. “La giustizia climatica non è solo un concetto astratto: è equità sociale, partecipazione attiva, attenzione al presente e non solo al futuro”.

A supporto delle proprie tesi, il gruppo ha diffuso anche un video risalente al novembre 2022. In quel filmato – dicono – ci sarebbero affermazioni e promesse oggi disattese. “Abbiamo ritrovato questo video del 2022. Sì, proprio quello. E lo condividiamo oggi, senza bisogno di aggiungere troppo. Lasciamo a Voi ogni commento”, scrivono sui social, con un invito alla riflessione e una chiosa secca: “A buon intenditor, poche parole”.

Il tema, insomma, non è solo il rifiuto da separare. È il confronto democratico. È la distanza tra chi amministra e chi chiede risposte. È il tentativo, da parte di una minoranza attiva, di far valere il principio che “la giustizia ambientale è anche giustizia sociale”. Perché se è vero che la differenziata migliora la qualità dell’ambiente, è altrettanto vero che deve incidere anche sulle condizioni materiali dei cittadini.

E qui entra in gioco il nodo delle tariffe. “L’amministrazione ha in previsione un adeguamento della tariffa rifiuti per riflettere questo miglioramento?”, chiede ancora Uniti per Cambiare. La sensazione, tra le righe, è che la risposta non sia affermativa. O, peggio, che non ci sia risposta.

Un silenzio che il gruppo civico non è disposto ad accettare. E lo dice senza giri di parole: “Chi governa dovrebbe rispondere, non screditare. E chi pensa che basti una bolletta più bassa per zittire il dissenso ignora che la giustizia ambientale è anche giustizia sociale”.

Un messaggio chiaro, diretto. Che non lascia spazio a interpretazioni. E che si chiude con una promessa: “E noi, di certo, non smetteremo di chiedere di più”.

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