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Tac alla gatta, l’Usl rompe il silenzio: “Non siamo responsabili”

La vicenda della gatta curata all’ospedale Parini finisce in Procura. L’azienda sanitaria prende le distanze dai quattro indagati

Tac alla gatta, l’Usl rompe il silenzio

Tac alla gatta, l’Usl rompe il silenzio: “Non siamo responsabili” (foto di repertorio)

L’Azienda Usl della Valle d’Aosta ha deciso di costituirsi parte offesa nel procedimento penale aperto dalla Procura di Aosta sulla vicenda della Tac eseguita su una gatta ferita, avvenuta all’ospedale Parini nel febbraio scorso. Lo ha stabilito ufficialmente il direttore generale Massimo Uberti con una delibera che affida l’incarico di rappresentanza all’avvocato Ignazio Pagani di Novara.

Ma l’Usl non si ferma qui: ha infatti annunciato che valuterà se costituirsi anche parte civile in futuro, nel caso emergano responsabilità tali da giustificare una richiesta di risarcimento. È un segnale chiaro di presa di distanza dalla gestione di un episodio che ha sollevato un ampio dibattito, tra indignazione pubblica, indagini giudiziarie e riflessioni etiche.

L’indagine, condotta dai carabinieri del Nas, è stata chiusa a metà maggio. Quattro le persone iscritte nel registro degli indagati: il radiologo Gianluca Fanelli, che risulta essere anche il proprietario dell’animale; il primario Massimiliano Natrella e le tecniche di radiologia Giulia Sammaritani e Denise Barone.

Secondo quanto emerso, la gatta era stata trasportata al Pronto soccorso dell’ospedale regionale dopo una caduta dal balcone, e lì sottoposta a esami e cure, tra cui una Tac, normalmente riservata ai pazienti umani. Un caso che ha sollevato perplessità sulla gestione delle risorse pubbliche, ma anche acceso un dibattito tra chi condanna l’uso improprio delle strutture sanitarie e chi invece rivendica una forma di empatia verso ogni essere vivente.

Ora la parola passa alla magistratura. Ma intanto, l’Usl prende le distanze: “L’azienda è parte offesa”, recita il documento ufficiale. Una precisazione necessaria in una vicenda che, a distanza di mesi, continua a far discutere.

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