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12 Giugno 2025 - 12:45
La chiusura della CABI di Vauda Canavese: un futuro incerto per 16 lavoratori
La CABI Srl di Vauda Canavese ha comunicato la chiusura definitiva dell’attività, avviando contestualmente la procedura di licenziamento collettivo per 16 dipendenti. Un colpo durissimo per il territorio e per una realtà storica del settore metalmeccanico locale. La comunicazione ufficiale è arrivata dall’amministratore unico Roberto Cardaci, che ha spiegato come la crisi in atto da anni abbia reso ormai insostenibile ogni tentativo di prosecuzione dell’attività.
La società, con sede in via Lotti, ha dovuto affrontare un lento ma costante calo delle commesse, aggravato da costi energetici crescenti e dalla pressione di una concorrenza internazionale sempre più aggressiva. Nonostante il ricorso a strumenti come il contratto di solidarietà, attivo fino al 31 marzo 2025, la CABI ha dichiarato di non riuscire più a reggere lo squilibrio tra entrate e uscite.
Cardaci ha annunciato anche la prossima messa in liquidazione della società, sancendo di fatto la fine dell’esperienza industriale. Ma mentre lo stabilimento si prepara a chiudere i battenti, i lavoratori e le organizzazioni sindacali non si arrendono.
La UILM, per voce del segretario Ciro Di Dato, ha espresso la sua contrarietà alla procedura di licenziamento, sottolineando come esistano ancora ammortizzatori sociali da attivare. Il sindacato ha inoltre ribadito la necessità di procedere con il ricollocamento del personale presso la società C&P, già coinvolta in un accordo sindacale ex art. 47, che contempla l’assorbimento degli ex dipendenti CABI.
Secondo Di Dato, tale ricollocamento rappresenterebbe l’unica alternativa concreta per evitare che 16 famiglie restino senza tutele e senza prospettive, e ha invitato tutte le parti coinvolte a farsi carico della situazione.
Per martedì 17 giugno 2025 è stato annunciato un presidio davanti allo stabilimento CABI, promosso da lavoratori e sindacati per manifestare contro la chiusura e chiedere soluzioni immediate. L’iniziativa non vuole limitarsi alla protesta, ma intende anche rilanciare una proposta concreta che coinvolga istituzioni, aziende del territorio e attori politici locali.
Nel dibattito cittadino, l’attenzione si concentra su un punto essenziale: la chiusura della CABI non è soltanto una questione economica, ma rappresenta una crisi sociale che tocca direttamente il tessuto di Vauda e delle sue famiglie.
Le organizzazioni sindacali hanno spiegato che dietro ogni operaio c’è una storia personale, un progetto di vita e un futuro che rischia di essere spazzato via. Hanno chiesto che le istituzioni locali e regionali si attivino con urgenza, affinché il passaggio dei lavoratori alla C&P diventi realtà.
In conclusione, mentre la fabbrica si avvia verso la chiusura definitiva, resta aperta la speranza che, attraverso il dialogo e la responsabilità condivisa, questa crisi possa trasformarsi in un’occasione di rilancio. La partita, per ora, non è ancora chiusa.
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