Nel mese di maggio 2025, i Carabinieri del Comando Provinciale di Torino, con l’aiuto del personale specializzato del Comparto Tutela Lavoro, hanno avviato un’intensa campagna di controlli contro il lavoro irregolare e per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I risultati dell’operazione parlano chiaro: su 24 aziende ispezionate nel capoluogo e in provincia, ben cinque sono risultate non in regola. Su 18 lavoratori controllati, nove erano “in nero” e per tutte le attività irregolari è scattata la sospensione immediata.
Tra i casi più gravi emersi durante le ispezioni figura quello di una ditta edile operante nel pieno centro di Torino. I militari hanno trovato tre lavoratori extracomunitari impiegati in nero, uno dei quali irregolare sul territorio italiano. I tre operavano su un tetto, ma la ditta appaltatrice non aveva predisposto alcuna misura antinfortunistica, esponendoli al rischio concreto di cadute dall’alto. Un’assenza di sicurezza che, secondo i Carabinieri, avrebbe potuto facilmente trasformarsi in tragedia.
Non va meglio nei locali del quartiere San Salvario, dove sono state controllate due attività commerciali. In una panetteria, sono stati scoperti quattro dipendenti in nero, oltre alla totale assenza del Documento di Valutazione dei Rischi, obbligatorio per legge. Ma non solo: all’interno del negozio era stato installato un sistema di videosorveglianza non autorizzato, ulteriore violazione che ha portato alla chiusura immediata dell’attività, che potrà riaprire solo dopo aver sanato ogni irregolarità.
Il secondo esercizio commerciale controllato era un bar, dove anche qui è stata accertata la presenza di un impianto di videosorveglianza privo dell’autorizzazione preventiva dell’Ispettorato competente. Una violazione della privacy dei dipendenti e una mancanza di trasparenza nei rapporti di lavoro.

Simile lo scenario in via Nizza, dove un locale di asporto alimentare impiegava due lavoratori in nero e, anche in questo caso, aveva installato un impianto di videosorveglianza senza autorizzazioni. Stessa sorte per un bar a Pianezza (TO), dove l’impianto di controllo visivo era stato attivato in assenza del via libera normativo. In tutte queste situazioni, i Carabinieri hanno disposto la sospensione dell’attività fino alla regolarizzazione dei contratti e della documentazione tecnica.
A carico dei titolari delle attività coinvolte sono stati emessi deferimenti all’autorità giudiziaria competente, mentre sul fronte economico sono state elevate ammende per un totale di 20.500 euro e sanzioni amministrative per 49.247 euro.
Le autorità sottolineano che i provvedimenti sono stati adottati nella fase preliminare delle indagini e che per tutti i soggetti coinvolti vige, come da legge, la presunzione di innocenza.
I Carabinieri hanno ribadito la centralità del contrasto al lavoro sommerso e alle violazioni delle norme di sicurezza, specie in contesti dove i rischi per la salute e l’incolumità dei lavoratori sono elevati, come nei cantieri edili o nei locali ad alta frequentazione.
La campagna di controlli, assicurano dal Comando, proseguirà anche nei mesi estivi, con particolare attenzione ai settori dove più frequentemente si verificano forme di sfruttamento: ristorazione, edilizia e piccola distribuzione. L’obiettivo è chiaro: rafforzare la legalità nei luoghi di lavoro, tutelando i diritti dei lavoratori e riducendo al minimo i rischi per la loro sicurezza.
Una battaglia quotidiana che passa anche dalla consapevolezza dei cittadini. Segnalare anomalie, chiedere trasparenza, pretendere condizioni regolari non è solo un diritto, ma un gesto di responsabilità collettiva. Perché dietro ogni irregolarità tollerata si nasconde un pericolo per tutti.