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"C'è ancora tanto da fare". Il PD di San Mauro incassa la sconfitta ai referendum

Il Partito Democratico cittadino prende atto della sconfitta dettata dall'astensionismo, ma prova a rialzarsi. "Sulla cittadinanza, soprattutto, c'è ancora molto da fare"

Il PD di San Mauro incassa la sconfitta ai referendum

Rudy Lazzarini, capogruppo PD

Cinque quesiti, cinque quorum non raggiunti e tanta strada ancora da fare. Questo è il bilancio dei referendum dell'8 e 9 giugno sia a livello nazionale che a San Mauro Torinese, dove però l'affluenza è stata più alta della media italiana.

Secondo Eligendo, il portale ministeriale di archiviazione dei dati elettorali, a San Mauro si è recato infatti alle urne circa il 41% degli aventi diritto, contro la media italiana del 30,6%. Nella città delle fragole, i "" sono stati in netta maggioranza tra i votanti: 87,27% per il reintegro nei licenziamenti illegittimi, 85,31% per le modifiche sull'utilizzo dei contratti a termine, 87,92% per il quesito sul tetto delle indennità di licenziamento nelle piccole imprese, 86,04% per subappalti e infortuni sul lavoro, e infine il 65,12% per il quesito sulla cittadinanza. Quest'ultimo registra però un numero ben minore di "sì" rispetto alle altre domande a cui si sono trovati davanti gli elettori. Ma perché questa sconfitta? Il centro-sinistra se lo aspettava? Ne abbiamo parlato con Rudy Lazzarini, consigliere comunale e capogruppo PD a San Mauro Torinese.

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Rudy Lazzarini

Consigliere Lazzarini, nessuno dei cinque quesiti ha raggiunto il quorum. Come mai, secondo voi del PD di San Mauro? Ve lo aspettavate, tutto sommato?

C'è una quota importante di astensionismo, diciamo ormai tipica sul territorio nazionale, che secondo me impone una revisione dell'istituzione del referendum. Nel senso che, per esempio, sarei d'accordo ad aumentare il numero di firme e ad abbassare il quorum.

Ma anche 1 milione di firme, come ha proposto Forza Italia negli ultimi giorni?

Sì, anche.

Meglio alzare il numero di firme o abbassare il quorum?

Un po' tutte due, secondo me. Poi so che sono partite già delle raccolte firme per eliminare il quorum. D'altra parte, quando si vota per le elezioni politiche, il quorum non c'è: qualsiasi sia il numero, è adatto per definire delle scelte. All'epoca, quando fu deciso il quorum per i referendum abrogativi c'era una partecipazione diversa al voto.

Come giudicate il risultato a livello nazionale e a livello locale?

Non è stato un bel risultato, a livello nazionale. Per quanto riguarda l'aspetto sanmaurese, invece, ci siamo comportati in modo differente. Abbiamo portato molte più persone a votare. Ci sono seggi in cui si è raggiunto il 49%, quindi siamo siamo andati vicini al al quorum. Non basta, ma ci fa ben sperare: per dare un termine di paragone, Guazzora aveva vinto le comunali con 2600 voti al primo turno e poi 4434 al ballottaggio. 5000 cittadini hanno votato "sì" questa volta. Abbiamo una base di elettorato sensibile a questi temi. Tutto questo ci fa ben sperare anche per le prossime elezioni comunali, ma chiaramente siamo ancora lontani. A San Mauro il centrosinistra tiene testa, così come il "campo largo", anche se non tutti i componenti del "campo largo" hanno votato "sì".

Per quanto riguarda le percentuali, appunto, il quorum non si è raggiunto. Ma quel 30% a livello nazionale e quel 41% a San Mauro sono in qualche modo politicamente spendibili?

Chiaramente adesso ci sarà una serie di iniziative del Governo che andranno in direzione opposta rispetto ai quesiti. Sarà una soluzione particolarmente difficile per i lavoratori per chi ha difficoltà, specie al Sud, nel mondo del lavoro. E invece la cosa che mi ha colpito è la differenza dei voti nel quinto quesito: solo il 65% ha votato sì.

Come mai, secondo voi?

Mah. Secondo me, dipende anche tanto dalle sensazioni che si vivono sui territori in cui magari c'è più immigrazione e dall'esperienza che ciascuno ne fa. I cittadini reagito in un modo diverso, anche se legati al centrosinistra.

Sì, si sono viste anche le differenze tra Barriera di Milano e Torino centro.

Dipende se l'immigrazione la si vede tutti i giorni come un problema oppure no. In Barriera è vista come un problema, ed è un problema. Se è vista solo come tale, è però difficile che la genti voti a favore dell'accorciamento dei tempi per richiedere la cittadinanza. È un quesito che è stato spesso frainteso: tutti gli altri requisiti non sarebbero cambiati. Chi compie reati non può richiedere la cittadinanza. Come centrosinistra, dobbiamo ancora fare tanta strada e tanta sensibilizzazione sul tema, che andava approfondito e forse non siamo riusciti a farlo nei tempi della campagna referendaria.

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