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10 Giugno 2025 - 15:21
Manuale contro le spie: così gli attivisti smascherano gli infiltrati (foto di repertorio)
La spia perfetta ha idee politiche confuse ma sa guidare benissimo. Non è la descrizione di un personaggio da romanzo, ma uno dei tratti tipici elencati in un manuale che da qualche giorno gira nei circuiti dell’area antagonista italiana. Il libretto – tradotto da un’edizione spagnola di febbraio – è pensato per aiutare gli attivisti a riconoscere gli infiltrati delle forze dell’ordine all’interno di collettivi, movimenti e centri sociali. L’obiettivo è fornire strumenti pratici per identificare i comportamenti sospetti, quei segnali che, se colti in tempo, possono sventare un’operazione di sorveglianza o sabotaggio dall’interno.
L’uscita del manuale segue una denuncia pubblica di Potere al Popolo, che sostiene di aver scoperto un infiltrato nel proprio gruppo. Un episodio che ha riacceso le discussioni sulla presenza di agenti sotto copertura nei movimenti politici e sociali, tema già noto ma raramente documentato con tale precisione. Il testo, distribuito gratuitamente, raccoglie esperienze e osservazioni emerse tra il 2022 e il 2024 in Spagna e Regno Unito, due Paesi dove la presenza della polizia nei movimenti antagonisti è stata oggetto di forti polemiche e inchieste giornalistiche.
Gli autori – anonimi – hanno aggiunto alla versione italiana numerose note esplicative, per adattare i consigli alla realtà normativa e sociale del nostro Paese. Ad esempio, in Spagna è possibile accedere liberamente a una piattaforma per verificare la proprietà di un veicolo, mentre in Italia bisogna utilizzare i servizi dell’Automobile Club. In alternativa, suggeriscono, si può ottenere l’informazione con un pretesto credibile presso un’autodemolizione, facendo leva sull’assenza di controlli incrociati in certe situazioni.
Nel dettaglio, il manuale descrive i comportamenti tipici di un agente infiltrato. Spesso si tratta di individui dalla vita privata poco chiara: abitano in appartamenti anonimi, non lasciano tracce sui social, si mostrano cordiali ma riservati. Partecipano agli incontri ma evitano di assumere ruoli di responsabilità, e soprattutto si assentano regolarmente per lunghe settimane, invocando impegni lavorativi che non possono essere verificati. Non mancano nemmeno gli elementi curiosi: l’infiltrato guida sempre veicoli affidabili, è attento alla manutenzione, ha una guida "troppo perfetta" per essere casuale.
Ma il punto centrale del manuale è che questi elementi ricorrenti, se letti insieme, possono costituire un profilo coerente. Nessuno di essi, da solo, basta a "smascherare" una spia. Tuttavia, quando più indizi si sommano, il sospetto può diventare fondato. Per questo il manuale invita alla vigilanza collettiva, alla condivisione delle informazioni all’interno dei gruppi e al confronto critico sulle dinamiche di fiducia.
Nel contesto attuale, segnato da un crescente controllo sociale e da un aumento delle proteste contro politiche ambientali, sociali e urbanistiche, il rischio di infiltrazioni è percepito come molto concreto. E strumenti come questo libro – controversi, certo, ma rivelatori – diventano parte di una strategia di autodifesa politica e organizzativa. Una risposta dal basso a quello che molti attivisti considerano un uso opaco e pervasivo della sorveglianza.
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