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Morti sul lavoro, allarme rosso in Piemonte

Incidenza superiore alla media nazionale: allarme nelle province di Verbano, Alessandria, Cuneo e Torino

Morti sul lavoro

Morti sul lavoro, allarme rosso in Piemonte (foto di repertorio)

Il Piemonte è tra le regioni più pericolose per chi lavora. Lo confermano i dati dell’Osservatorio sicurezza e ambiente di Vega Engineering, aggiornati ad aprile 2025: con un tasso di 9,2 morti sul lavoro ogni milione di occupati, il Piemonte supera la media nazionale (ferma a 8,8) e si colloca in zona arancione nella mappa del rischio.

Le province più colpite sono Verbano-Cusio-Ossola (con un’incidenza drammatica di 14,8), Alessandria (11,5) e Cuneo (11,4), tutte in zona rossa, la fascia più alta di allerta. Seguono Asti (10,8) e Torino (10,4), che pur restando sotto la soglia critica, mostrano dati ben oltre il livello di guardia. Biella, Novara e Vercelli, invece, registrano incidenza zero: un dato incoraggiante ma isolato.

È proprio Torino, però, a far segnare il numero assoluto più alto di vittime: 16 decessi totali, di cui 10 direttamente sul posto di lavoro. Un dato che pesa, in una regione in cui l’industria continua a rappresentare una delle colonne portanti dell’occupazione.

Nel primo quadrimestre del 2025, il settore più colpito è quello delle attività manifatturiere, con 1.466 denunce di infortunio. Un comparto storicamente ad alto rischio, che conferma la necessità di rafforzare i controlli e investire nella prevenzione, nella formazione e nella sicurezza dei luoghi di lavoro.

«La nostra Regione è al di sopra della media nazionale: è un segnale d’allarme che non si può ignorare», commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio. «Serve una risposta concreta: la sicurezza sul lavoro deve tornare al centro dell’agenda pubblica».

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