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Strage senza fine: 7.000 morti per amianto in Italia nel 2024, il nostro Paese primo in Europa per decessi da mesotelioma

Bonanni (Ona): «Mai più profitto sulla pelle delle persone. L'Italia è ancora contaminata da 40 milioni di tonnellate»

RIMOZIONE PANNELLI DI AMIANTO

RIMOZIONE PANNELLI DI AMIANTO (foto di repertorio)

La strage dell'amianto non si arresta. Nel 2024 sono state 7.000 le vittime in Italia, con 60.000 decessi negli ultimi dieci anni. Il nostro Paese, superando Germania e Francia, conquista il triste primato europeo per decessi da mesotelioma, il tumore raro e aggressivo causato quasi esclusivamente dall'esposizione al minerale killer.

Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona), guidato da Ezio Bonanni, ogni anno nel mondo si registrano oltre 200.000 morti per malattie correlate, ma il numero reale sarebbe ancora più alto: l’Onu denuncia che diversi Stati non segnalano o omettono i casi di morte e malattia da amianto, specie quelli legati a esposizioni ambientali.

EZIO BONANNI - PRESIDENTE OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO

Domani si celebra la giornata per ricordare le vittime dell’amianto. Ezio Bonanni lancia un appello durissimo: «Sono stati 7 mila i morti solo nel nostro paese nell'ultimo anno, e il bando globale dell'amianto che semina morte è ancora una utopia. Sono numeri che non appartengono al passato. Sono volti, storie, famiglie spezzate oggi. Molti non sapevano, altri sono stati ignorati. Troppi sono stati sacrificati nel nome del profitto. Non è più ammissibile che ci governi la lobby dei produttori del minerale killer e che le bonifiche vadano a rilento, nonostante la chiara presa d'atto di tutte le Istituzioni».

Il mesotelioma maligno, che in Italia rappresenta lo 0,8% dei tumori maschili e lo 0,3% di quelli femminili, ha un tasso di mortalità di circa il 93%. Ogni anno si registrano 10.000 nuove diagnosi, prevalentemente tra operai e lavoratori militari, in particolare in regioni come Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio, che da sole contano oltre il 56% dei casi.

Il futuro non è affatto roseo: a causa della lunga latenza della malattia, il picco delle diagnosi è atteso tra la seconda e la terza decade degli anni Duemila.

In Italia, sebbene l’amianto sia stato messo al bando nel 1992, la sostanza continua a minacciare la salute pubblica. I numeri diffusi dall’Ona fotografano una situazione drammatica: 40 milioni di tonnellate di amianto ancora presenti in un milione di siti e micrositi, di cui 50.000 industriali e 42 di interesse nazionale.

La contaminazione non risparmia i luoghi pubblici più sensibili: 2.500 scuole (con oltre 352.000 studenti e 50.000 tra docenti e personale) e almeno 500 ospedali presentano ancora strutture contaminate da amianto, in particolare nei sistemi termici, elettrici e idraulici. Stessa situazione in 1.500 biblioteche ed edifici culturali.

Secondo l’Oms, nel mondo ci sono ancora 125 milioni di lavoratori esposti e più di 107.000 morti l'anno a causa dell'amianto.

Bonanni conclude: «Questa giornata nazionale non è solo memoria. È un grido. Un richiamo alla responsabilità, alla bonifica, alla giustizia per le vittime e alla tutela di chi oggi vive, lavora, studia in luoghi contaminati. Mai più profitto sulla pelle delle persone. Mai più silenzio. Mai più vittime».

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