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Referendum flop, affluenza al minimo storico: quorum lontanissimo

Leader al voto, ma solo il 16% degli italiani alle urne. Scoppiano le polemiche sulle schede

Le 5 schede per i differenti quesiti

Le 5 schede per i differenti quesiti

L’affluenza si ferma al 16% alle 19: i cinque quesiti referendari del 2025 sembrano destinati a naufragare, esattamente come accadde nel 2009. Oltre 51 milioni di elettori sono stati chiamati alle urne, ma i numeri parlano chiaro: il quorum è lontanissimo. L’unico dato certo è la disillusione.

Tra i primi a presentarsi al seggio c’è stata la premier Giorgia Meloni, che però ha dichiarato di non voler ritirare le schede per non contribuire al raggiungimento del quorum. Al voto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo seggio di Palermo. Tutti i leader delle forze favorevoli alla consultazione, da Elly Schlein a Giuseppe Conte, da Nicola Fratoianni a Angelo Bonelli e Riccardo Magi, hanno votato di buon’ora, invitando i cittadini alla mobilitazione. Il segretario della Cgil Maurizio Landini, promotore dei quattro quesiti sul lavoro, ha votato a San Polo d’Enza, rispettando il silenzio elettorale. Diversa la posizione di Maurizio Lupi, che ha annunciato di aver votato “NO” a tutte e cinque le domande.

ELLY SCHLEIN AL SEGGIO

RICCARDO MAGI

Il dato delle 12 era già indicativo: tra il 7,41% e il 7,43%, ben lontano dalla soglia psicologica del 10% utile per sperare nel quorum. Il Sud e le Isole si confermano aree di forte astensione: Calabria fanalino di coda con appena il 10,14%, mentre al vertice della partecipazione ci sono Toscana (22%) ed Emilia-Romagna (21,21%).

Non mancano le proteste. Il Comitato promotore segnala irregolarità in diversi seggi, con presidenti che chiedono agli elettori se desiderano ritirare tutte le schede. Una prassi ritenuta “orientativa e turbativa”. Disservizi anche a Roma, in via dei Genovesi, dove l’assenza di un ascensore impedisce l’accesso ai seggi ad anziani e disabili. Solo l’arrivo delle telecamere ha spinto gli operatori a predisporre un seggio al piano terra. In altri casi, come a Sala Consilina, la novantacinquenne Rosa ha potuto votare regolarmente in sedia a rotelle, rivendicando con orgoglio di non aver mai mancato un’elezione dal 2 giugno 1946.

Curioso il caso dell’isola di Giannutri: lì non esiste alcun seggio e il traghetto per l’isola del Giglio viaggia solo il giovedì. Il sindaco Armando Schiaffino ha pagato 1.200 euro di tasca del Comune per far votare i 15 aventi diritto, ma solo due hanno accettato. La richiesta di rimborso inoltrata al Ministero dell’Interno è rimasta senza risposta.

Nel frattempo, i promotori sperano ancora in un sussulto finale di partecipazione nella giornata di lunedì, per “far sentire la voce dei cittadini” e tentare di salvare il referendum. Ma i numeri, al momento, sono impietosi.

In Piemonte, il dato dell’affluenza alle ore 19 è del 20%, superiore di circa quattro punti alla media nazionale. A Torino, l’Ufficio elettorale comunica che ha votato circa il 23,4% degli aventi diritto. La scheda gialla, con il quesito sulla cittadinanza, risulta la più ritirata. Il Verbano-Cusio-Ossola, con il 15,6%, è invece la provincia meno partecipativa della regione.

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