AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
06 Giugno 2025 - 16:00
Giovanna Cresto, sindaca di Cuorgnè
“Votare è un diritto ma anche e soprattutto un dovere!”. Sono le parole con cui la sindaca di Cuorgnè Giovanna Cresto ha chiuso il suo breve ma incisivo intervento durante l’ultimo incontro della campagna referendaria, tenutosi in sala consiliare la sera di giovedì 5 giugno.
Alla Responsabile della CGIL Alto Canavese Angelica Liotine, che ringraziava lei e la giunta per l’ospitalità e la disponibilità, la prima cittadina (che era presente insieme al suo vice Vanni Crisapulli) ha risposto: “Ringrazio voi per aver scelto di chiudere qui questa campagna referendaria lunga e ben fatta! Si tratta di quesiti veramente importanti. Ci auguriamo che non vinca l’astensionismo e che i cittadini vadano ai seggi perché – ricordiamocelo – votare è un diritto ma anche e soprattutto un dovere”. Una presa di posizione interessante visto che quella di Cuorgnè non è un’amministrazione politicamente schierata. Sarebbe stato interessante assistere, in questa serata come in quelle precedenti, a un confronto fra lo schieramento del Sì e quello del No ma – come ha ricordato il deputato Marco Grimaldi, vice-capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera – “abbiamo fatto tanti dibattiti senza interlocutori… Non era facile trovare qualcuno disponibile”.
Grimaldi ha ringraziato la CGIL (che ha definito affettuosamente “il mio sindacato”) per tutto ciò che è riuscita ad organizzare: “In due mesi ha fatto un miracolo per informare i cittadini, di fronte all’ostilità di sei canali televisivi su sette e di tantissimi giornali, compresi quelli considerati vicini a noi ma che hanno in realtà un’impronta confindustriale”. Ha sottolineato: “Se avete notato, si parla tanto del Jobs Act per mettere in difficoltà la sinistra ma – lo dice uno che il Jobs Act lo ha sempre osteggiato – non c’è solo quello”.
L'ultimo incontro relativo alla chiusura della campagna referendaria della CGIL Alto Canavese
Ha spiegato che il quesito sul quale si è rivelata maggiore l’attenzione dei cittadini è il terzo: quello sui contratti a termine. “Le aziende puntano sul lavoro a basso costo invece che sull’innovazione. Sapete qual è in Italia la media degli utili reinvestiti? Il 20%. Provengo da una famiglia di imprenditori e so di cosa parlo: la mia famiglia ha sempre reinvestito il 50, 60, anche il 70%!”.
L’importanza di questo referendum va tuttavia al di là dei quesiti proposti: “Comunque vada, abbiamo recuperato la parola. I nostri avversari hanno paura, stanno scappando: con che odio parlano della CGIL!”. Analoga sottolineatura è venuta da Elena Palumbo, della Segreteria Provinciale della CGIL Torino: “Non fa parte della storia del sindacato proporre quesiti referendari. Se lo abbiamo fatto è per rimettere al centro i temi che riguardano la vita dei cittadini e dei lavoratori consentendo agli elettori di esprimersi sull’operato dei partiti. Da Berlusconi in poi il neoliberismo ha permeato tutto, in base al principio che il mercato si regola da solo. Le conseguenze si vedono persino nei termini utilizzati: pensate a <somministrazione>. Si somministrano cibi, bevande, farmaci, non persone!”. Rispetto all’abolizione delle tutele che erano garantite dall’articolo 18 ha fatto notare che “Berlusconi aveva portato un attacco frontale provocando una sollevazione. Renzi fece un’operazione indubbiamente intelligente e più subdola: mettere gli uni contro gli altri. Funzionò: chi aveva già un contratto non si sentiva toccato; gli altri non c’erano ancora”.
A distanza di dieci anni i numeri parlano chiaro: “i lavoratori senza tutele sono 4 milioni appartenenti a tutte le fasce di età”. Helen Ghirmu, della ReTe Amministratori con background Migratorio, ha affrontato il quesito sulla cittadinanza mettendosi nei panni di chi – anche a sinistra – è contrario a ridurre i tempi per richiederla.
“Noi parliamo di diritti, senza tener conto della Paura, e in questo modo non riusciamo a smuovere nulla. Il diverso fa paura, è un concetto atavico, che oggi viene volutamente alimentato. Bisogna spiegare che votando Sì non cambierà il nostro tessuto sociale, faremo solo in modo che migliori la qualità della vita di persone che sono qui da anni e che si sentono italiane. Quanti di voi non hanno la cittadinanza: nessuno, vero? Siamo chiamati a decidere al posto di chi è direttamente interessato e non può farlo. Andando a votare daremo anche una speranza ai giovani che non hanno fiducia nella politica e dicono: <Delle questioni importanti ci occupiamo da soli>”.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.