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Gli AirPods diventano stetoscopi: Apple testa l’IA per ascoltare il cuore

Una tecnologia ancora sperimentale ma già promettente, che potrebbe trasformare milioni di utenti in pazienti monitorati 24 ore su 24

Gli AirPods diventano stetoscopi

Gli AirPods diventano stetoscopi: Apple testa l’IA per ascoltare il cuore (foto di repertorio)

Non solo musica, podcast o telefonate. Presto gli AirPods potrebbero ascoltare il tuo cuore, letteralmente. Non è uno slogan poetico, ma la direzione concreta della nuova ricerca condotta da Apple e pubblicata a maggio 2025. A Cupertino stanno spingendo sull’acceleratore dell’intelligenza artificiale applicata alla salute e i risultati ottenuti sono tutto fuorché trascurabili. Anzi, fanno intravedere un futuro prossimo in cui gli auricolari diventano dispositivi medici di precisione, pronti a rivoluzionare il modo in cui monitoriamo il nostro stato fisico, ogni giorno, senza nemmeno accorgercene.

Lo studio ha coinvolto sei modelli di AI nati per l’elaborazione audio e vocale, riadattati per lavorare su un campo completamente diverso: i fonocardiogrammi, ossia le registrazioni audio dei battiti cardiaci. La scommessa? Capire se un modello allenato per riconoscere la voce umana potesse diventare capace di decifrare i suoni del cuore. La risposta è sì, con un livello di precisione sorprendente. Il migliore tra i sei modelli ha registrato un errore medio di appena 2,73 battiti al minuto, un valore nettamente più basso rispetto agli strumenti standard attualmente impiegati nella rilevazione della frequenza cardiaca.

La vera rivoluzione, però, non sta solo nell’accuratezza dei dati. Sta nel mezzo. Perché a captare quei battiti non è stato uno stetoscopio, né una fascia toracica o un orologio da polso. Sono stati i microfoni già integrati negli AirPods, quelli che usiamo ogni giorno per parlare con Siri o per rispondere alle chiamate. Apple ha dimostrato che, grazie alla combinazione tra questi componenti hardware e algoritmi AI addestrati ad hoc, è possibile rilevare i suoni cardiaci direttamente dall’orecchio, in modo non invasivo, continuo, silenzioso. E soprattutto, senza alcuna modifica strutturale al dispositivo.

Si tratta ancora di una fase sperimentale, ma con prospettive già molto concrete. Perché se il test venisse integrato negli AirPods in commercio, milioni di utenti in tutto il mondo potrebbero iniziare a monitorare il proprio cuore ogni giorno, senza nemmeno accorgersene. Basterebbe indossare gli auricolari e lasciare che l’AI faccia il suo lavoro in sottofondo. Il vantaggio? Rilevare in anticipo anomalie, variazioni sospette, condizioni potenzialmente critiche. Un salto avanti per la medicina preventiva, un’arma in più per la gestione personalizzata della salute.

E Apple, si sa, non entra mai per caso in un mercato. Il segmento del digital health è in espansione costante, e l’azienda ha già fatto passi significativi con l’Apple Watch. Ma ora l’obiettivo è più ambizioso: inserire un sistema di rilevamento cardiaco direttamente nelle orecchie delle persone, integrandolo nella loro routine quotidiana, senza richiedere nessun gesto in più. È l’ennesima evoluzione dell’ecosistema Apple, dove ogni device è un sensore, un nodo connesso in rete, un raccoglitore di dati per il benessere personale.

In questo scenario, gli AirPods smettono di essere solo un accessorio e diventano un presidio sanitario tascabile, pronto ad accompagnarci ovunque: durante una passeggiata, in ufficio, mentre dormiamo o ci alleniamo. Una potenzialità enorme, se verrà messa a frutto con rigore scientifico, rispetto della privacy e validazione clinica. Ma il punto è tracciato: il monitoraggio cardiaco a portata di orecchio non è più un’ipotesi. È una possibilità concreta, con il marchio della mela.

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