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04 Giugno 2025 - 15:24
Cirio scivola nella classifica dei governatori più graditi: solo ottavo e in calo di tre punti (foto di repertorio)
Alberto Cirio perde quota nella classifica dei governatori italiani più apprezzati: l’ultima rilevazione Swg, diffusa in esclusiva dall’ANSA, lo colloca all’ottavo posto con un gradimento del 42%, in calo di tre punti rispetto al 2024. Il presidente del Piemonte, al secondo mandato e ancora saldo alla guida della Regione, si ritrova superato non solo dai big consolidati del Nord-Est come Luca Zaia (70%) e Massimiliano Fedriga (64%), ma anche da new entry sorprendenti come Stefania Proietti, neopresidente dell’Umbria al 53%.
Un campanello d’allarme per Cirio, che in passato aveva goduto di un’ampia fiducia bipartisan, ma che oggi sconta probabilmente l’usura amministrativa, una visibilità nazionale modesta e la crescita di altri profili territoriali. Lo precedono anche Eugenio Giani (Pd, Toscana) in netto recupero al 47% e Michele de Pascale (Pd, Emilia-Romagna), partito col 45% appena eletto. Segno che l’elettorato premia il dinamismo e la freschezza, e penalizza i governatori che sembrano restare in secondo piano, nonostante i risultati.
La classifica parla chiaro: dopo il trio di testa Zaia, Fedriga e Proietti, si piazzano Occhiuto (Calabria) e De Luca (Campania), entrambi al 52%, seguiti da Giani e de Pascale. Solo dopo arriva Cirio, insieme a Bardi (Basilicata) e Bucci (Liguria), tutti appaiati tra il 39 e il 42%. Una fascia grigia che segnala consensi tiepidi, spesso legati a territori dove la percezione dell’efficacia amministrativa si è indebolita.
Colpisce in particolare che tre governatori nella top 5 (Zaia, Fedriga, De Luca) siano ormai fuori gioco per un terzo mandato, secondo le attuali norme. Questo crea spazi potenzialmente favorevoli per chi è ancora in carica e ricandidabile, come Cirio, che però dovrà recuperare terreno se vuole tornare a imporsi anche sul piano della popolarità.
In coda alla graduatoria si trovano Alessandra Todde (M5s, Sardegna) al 37%, Attilio Fontana (Lega, Lombardia) e Michele Emiliano (Pd, Puglia) fermi al 35%, mentre Renato Schifani (FI, Sicilia) chiude la lista con un desolante 25%, in calo del 2%.
Per Cirio il dato non è un tracollo, ma un segnale chiaro: il gradimento va coltivato, soprattutto in una fase in cui le aspettative dei cittadini sono alte e il confronto con altri modelli di amministrazione regionale si fa sempre più diretto, anche grazie al peso crescente della comunicazione digitale e dei social.
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