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03 Giugno 2025 - 18:52
L'ospedale di Settimo Torinese (foto di repertorio)
Il referendum non si farà, ma la norma verrà cancellata comunque. È questa la sintesi — politica e strategica — uscita dal Consiglio regionale del Piemonte, che nella seduta del 3 giugno ha sospeso il punto sull’ammissibilità del referendum abrogativo proposto dal Comitato Sanità Pubblica contro la gestione mista pubblico-privata degli ospedali. Una norma introdotta nel 2012, sotto la giunta di centrosinistra, che ha sollevato negli anni forti critiche, soprattutto dopo la controversa sperimentazione condotta all’ospedale di Settimo Torinese.
A chiedere la sospensione è stato il consigliere di Fratelli d’Italia, Roberto Ravello, che ha riferito quanto anticipato poche ore prima dall’assessore Gian Luca Vignale in un incontro con i sindacati: la giunta regionale ha deciso di abrogare direttamente la legge, rendendo quindi inutile la consultazione referendaria. “Anche se si votasse, sarebbe inefficace — ha spiegato Ravello — perché la legge nazionale consente comunque sperimentazioni simili”.
Le opposizioni hanno reagito con fermezza. Alice Ravinale (Avs), Sarah Disabato (M5s), Vittoria Nallo (Sue), Gianna Pentenero e Daniele Valle (Pd) hanno denunciato l’operazione come una scorciatoia per evitare un confronto aperto: “Il referendum era un segnale politico forte, la sospensione ha impedito il dibattito su un tema cruciale come la sanità”. Ma la maggioranza ha risposto con l’argomento economico: 30 milioni di euro il costo stimato del referendum, pari a 8 euro per ogni piemontese, bambini compresi, ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco.
Il governatore Alberto Cirio, affiancato dagli assessori Federico Riboldi (Sanità) e Vignale (rapporti con il Consiglio), ha confermato la linea: “La legge sarà abrogata entro la prossima settimana. È una risposta alle istanze del comitato, senza costi aggiuntivi per i cittadini”. Il testo del disegno di legge è in fase di redazione e dovrebbe approdare in Commissione e in Aula già nei prossimi giorni.
Resta però l’amarezza di chi voleva un passaggio democratico più trasparente, in una regione dove il tema della sanità pubblica e del ruolo del privato è diventato sempre più centrale, anche alla luce delle esperienze maturate sul territorio e del dibattito nazionale in corso.
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