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Settimo “green” solo nei proclami. Di notte rombano le auto truccate

Motori elaborati, marmitte aperte, raduni abusivi e nessun controllo: la città che predica sostenibilità si arrende al rumore e all’illegalità

Auto truccate a Settimo Torinese: rombi illegali, inquinamento e silenzi istituzionali

Auto truccate a Settimo Torinese: rombi illegali, inquinamento e silenzi istituzionali

Da anni Settimo Torinese si racconta come una città attenta all’ambiente, impegnata nella transizione ecologica e nel miglioramento della qualità della vita urbana. Mobilità dolce, incentivi per il risparmio energetico, campagne per il verde urbano: sulla carta, un piccolo paradiso sostenibile. Ma basta spostarsi dai comunicati istituzionali alla realtà quotidiana per scoprire una contraddizione clamorosa. Perché Settimo, la sera, si trasforma in un autodromo abusivo, tra marmitte aperte, motori truccati, sgommate e rumori assordanti.

Via Milano, corso Piemonte, i parcheggi del centro commerciale Conad e dell’area di via Fantina, ma anche periferie come via Cascina Nuova o la zona industriale verso strada Cebrosa: sono solo alcune delle aree trasformate regolarmente in piste notturne per auto modificate. Giovani – e non solo – si sfidano a colpi di cavalli, accelerazioni e decibel. Un fenomeno che dilaga nell’indifferenza generale, mentre i cittadini si ritrovano a vivere in mezzo a un degrado assordante.

Non si tratta di semplici personalizzazioni estetiche. Parliamo di interventi illegali: centraline manomesse, impianti di scarico modificati, assetti ribassati, luci non omologate. Alterazioni che violano il Codice della Strada e trasformano i veicoli in fonti mobili di inquinamento, atmosferico e acustico. Ma soprattutto, in pericoli reali per la sicurezza urbana.

Eppure, di fronte a questa emergenza quotidiana, le autorità sembrano girarsi dall’altra parte. Le segnalazioni da parte dei residenti si moltiplicano, soprattutto nei gruppi social locali. Ma gli interventi delle forze dell’ordine restano rari, occasionali, spesso inefficaci. Nessun piano di controllo sistematico, nessuna azione repressiva strutturata. Il risultato? Un senso di impunità che alimenta il fenomeno e lascia i cittadini soli a convivere con notti insonni, finestre serrate anche d’estate e piazze occupate da raduni improvvisati.

“Mi sembra assurdo – racconta Elisa, residente in via San Mauro – che si parli di piantare alberi, fare piste ciclabili, installare sensori per il PM10, e poi si permetta a questi ragazzi di scorazzare con auto che sputano fumo e fanno un rumore che ti sveglia nel cuore della notte.”

L’amministrazione comunale, che negli anni si è intestata numerose battaglie ambientali, continua a tacere. Nessuna presa di posizione ufficiale, nessun tavolo con le forze dell’ordine, nessuna strategia. Una contraddizione pesante, che mina la credibilità di ogni progetto “green”.

Perché la coerenza, in politica ambientale, non è un optional. Non si può promuovere la mobilità sostenibile e, allo stesso tempo, tollerare veicoli fuorilegge che invadono le strade. Non si può parlare di qualità della vita ignorando l’inquinamento acustico, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce come una delle principali minacce alla salute urbana: disturbi del sonno, stress, problemi cardiovascolari.

Settimo è una città viva, con una solida identità civica e un tessuto sociale attivo. Ha investito in cultura, rigenerazione urbana, sostenibilità. Ma proprio per questo non può permettersi di chiudere gli occhi davanti a un fenomeno che stride con i valori dichiarati. Servono controlli veri, multe salate, sequestri dei veicoli non in regola. Serve l’impegno della polizia locale, delle associazioni ambientaliste, e un lavoro culturale profondo con le nuove generazioni.

Perché finché il rombo di un’auto truccata sarà l’unico modo per farsi notare, ogni discorso sull’ambiente resterà una facciata. E le notti settimesi continueranno a essere occupate non dal silenzio e dalla quiete, ma dal ruggito illegale di una città che, alla prova dei fatti, è molto meno verde di quanto voglia apparire.

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