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Publifoto diventa patrimonio collettivo: 500.000 immagini entrano nel portale del Ministero della Cultura

Un archivio monumentale di scatti che raccontano l’Italia del Novecento, consultabili grazie a tecnologie avanzate e sinergie istituzionali

Publifoto diventa patrimonio collettivo

Publifoto diventa patrimonio collettivo: 500.000 immagini entrano nel portale del Ministero della Cultura (foto di repertorio)

Dal 30 maggio 2025, chiunque potrà esplorare online uno dei più grandi archivi fotografici d’Italia: l’Archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo, con circa 500.000 scatti storici, è stato integrato nel portale della Fotografia del Ministero della Cultura, grazie a un accordo pionieristico con l’ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. Si tratta della prima volta in assoluto che un ente privato condivide un intero fondo visivo con la piattaforma pubblica nazionale, aprendo nuove possibilità di accesso, ricerca e valorizzazione culturale.

Presentato alle Gallerie d’Italia Torino durante l’incontro “Patrimoni fotografici pubblici e privati: quali sinergie e opportunità”, l’accordo ha già reso disponibili 35.000 fotografie digitalizzate, un primo nucleo di immagini consultabili direttamente dal portale a cura dell’ICCD. Ma il progetto punta in alto: l’intero archivio sarà gradualmente accessibile, offrendo uno spaccato visivo straordinario sull’Italia del XX secolo.

La chiave della riuscita è tecnologica. L’adozione dei Linked Open Data, dello standard IIIF e dell’ontologia ArCo (il Knowledge Graph del patrimonio culturale italiano) ha permesso di integrare dati e immagini tra diversi portali, mantenendo la sicurezza e il controllo del proprietario, ma abilitando un’interoperabilità efficace. Questo significa che utenti, studiosi e giornalisti potranno navigare liberamente tra eventi, personaggi, città e racconti che, fino a ieri, erano chiusi in scaffali o server frammentati.

Non è solo un archivio che si apre: è un cambio di paradigma. L’intesa tra Intesa Sanpaolo e Ministero della Cultura mira a condividere conoscenze e a costruire vocabolari unificati e authority file che rendano più affidabile l’identificazione degli autori fotografici e la descrizione dei contenuti iconografici. Una svolta che avvicina la ricerca storica, la divulgazione e la didattica alle potenzialità della rete culturale digitale.

Il risultato è un patrimonio accessibile, sicuro e controllato, ma soprattutto vivo. Ogni fotografia restituita al pubblico è un frammento di memoria, una narrazione da scoprire, una testimonianza del passato che parla al presente. E ora, con un semplice clic, è possibile viaggiare attraverso decenni di storia italiana – da Gramsci ai mondiali, dalle manifestazioni politiche agli scatti di vita quotidiana – guidati dalla forza documentaria della fotografia.

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