Cerca

Attualità

Sangue in Barriera di Milano. Il silenzio di Lo Russo è un insulto a Torino

Sangue sulle strade di Torino: una città in crisi chiede un sindaco presente

Sangue in Barriera di Milano. Il silenzio di Lo Russo è un insulto a Torino

Il sindaco Stefano Lo Russo

Tre uomini a terra. Uno forse non ce la farà. Via Bra, Barriera di Milano, ore 20:40. Il sangue è ancora fresco sull’asfalto, le ambulanze hanno appena lasciato la scena, e mentre scriviamo la città è ancora sotto shock. Tre aggressori, armati di coltelli e bastone chiodato, hanno massacrato tre connazionali. Una delle vittime è in fin di vita. Un testimone parla di una scena “da film horror”. Ma non è finzione. È Torino, 2025. Una Torino fuori controllo. Una Torino senza sindaco.

Perché mentre la violenza esplode per strada, Stefano Lo Russo resta il grande assente. Non una parola, non un gesto, non una presenza. Nulla.

E sì, la zona rossa c’è, l’ha istituita il Prefetto. Le pattuglie ci sono, i lampeggianti anche. Ma dov’è la politica? Dov’è l’amministrazione comunale? Dov’è il sindaco?

La verità è che Lo Russo non si è nemmeno degnato di metterci la faccia. Nessun sopralluogo, nessuna dichiarazione, nessun atto concreto. Si limita a lasciare che siano le forze dell’ordine a fare ciò che possono. Ma le volanti non bastano a governare una città. Perché i coltelli si fermano con la polizia, ma le cause si fermano con le politiche. E quelle, da Palazzo Civico, non arrivano.

i cittadini in strada

i cittadini

Barriera di Milano è sotto assedio da mesi. Quartiere esplosivo, dimenticato, abbandonato. Risse, accoltellamenti, machete, rapine. Un crescendo senza fine. E ogni volta, Lo Russo scompare. Troppo occupato a inseguire convegni e rendering. A vendere Torino come vetrina, mentre dentro si sgretola, a cercare come fare a "strangolare" i commercianti.

Ora basta.

Non si può amministrare una città nascondendosi. Non si può governare a suon di silenzi. Quando una persona rischia di morire su un marciapiede di via Bra, non è un episodio. È una sconfitta. E quella sconfitta ha un nome e un cognome.

E no, la zona rossa non basta. Serve uno sguardo. Serve un progetto. Serve una presenza politica vera, quotidiana, continua. Serve parlare con i cittadini che hanno paura ad aprire la finestra. Con i commercianti che ogni giorno tirano su la serranda chiedendosi se sarà l’ultima. Con le mamme che non portano più i figli al parco. E serve farlo prima che scorra il sangue, non quando ormai è troppo tardi.

Barriera di Milano non è un incidente. È il fallimento di una visione. Ed è anche il fallimento personale di un sindaco che ha scelto il silenzio come metodo. L’assenza come strategia. La delega come unica forma di intervento.

Torino è stanca e merita un sindaco che prenda in mano la situazione, che metta i piedi nei quartieri, che ascolti e costruisca. Un sindaco che non scappi quando la città chiama. Che sappia cosa dire quando le ambulanze se ne vanno e resta solo il sangue.

Lo Russo, se ha ancora qualcosa da dire, lo dica adesso. Altrimenti non sarà la zona rossa a salvare Torino. E nemmeno le forze dell’ordine. Ci vuole politica. Quella che lei, finora, non ha avuto il coraggio di fare.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori