AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
27 Maggio 2025 - 09:37
Torino: la Corte blocca il reclamo di PSA, airbag difettosi nelle Citroën C3 e DS3 restano un pericolo in strada
La Corte di Appello di Torino ha messo il punto fermo in una delle vicende più delicate degli ultimi anni sul fronte della sicurezza automobilistica: il reclamo presentato da PSA Italia contro l’ordine del tribunale relativo alla campagna di richiamo delle Citroën C3 e DS3 con airbag difettosi è stato respinto in toto. Tradotto: il colosso dell’automotive, ora parte del gruppo Stellantis, è stato riconosciuto inadempiente e dovrà uniformarsi a quanto già stabilito nei mesi scorsi dal tribunale del capoluogo piemontese. Nessun margine per tergiversare. Nessuna attenuante.
La vicenda nasce da un allarme che riguarda componenti salvavita montati su decine di migliaia di veicoli. Gli airbag installati su alcune versioni dei modelli C3 e DS3, infatti, sarebbero a rischio di scoppio incontrollato, con potenziale rilascio di frammenti metallici nell’abitacolo in caso di attivazione. Un problema noto a livello globale, che affonda le radici nello scandalo Takata, il più grande richiamo della storia dell’industria automobilistica, con oltre 100 milioni di airbag coinvolti in tutto il mondo, centinaia di feriti e più di 30 vittime accertate. Il difetto si è rivelato mortale in alcuni Paesi, dove la reazione esplosiva dell’airbag ha provocato lesioni gravissime. Alcune marche hanno agito tempestivamente. Altre, come PSA Italia, secondo le associazioni dei consumatori, non avrebbero fatto abbastanza.
A denunciare la situazione in Italia sono stati Codacons, Adusbef e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, che hanno portato il caso in tribunale sostenendo che PSA non avesse avvisato adeguatamente i clienti, né avesse provveduto a effettuare gli interventi tecnici di richiamo nei tempi previsti. Il tribunale di Torino aveva accolto la tesi e ordinato alla società di adempiere agli obblighi. Ma PSA aveva fatto reclamo, sostenendo la regolarità della propria condotta. Un tentativo bocciato, “sconfessato su tutta la linea” – affermano le associazioni – dalla nuova pronuncia della Corte d’Appello.
Airbag difettosi
Per l’azienda si tratta di un colpo pesante, non solo sul piano legale, ma anche su quello reputazionale. La Corte ha stabilito che non è accettabile ritardare o minimizzare una campagna di richiamo che riguarda la sicurezza fisica dei consumatori. Un monito chiaro: in casi simili l’interesse pubblico prevale sulla difesa aziendale, e le aziende devono agire con trasparenza, tempestività e responsabilità.
Ma al di là della sentenza, resta il problema concreto. Quante sono, oggi, in Italia, le C3 e DS3 con airbag potenzialmente difettosi che ancora circolano? Quante famiglie si spostano ogni giorno a bordo di veicoli ignari del rischio? Le associazioni parlano di oltre 60.000 veicoli coinvolti, ma il dato potrebbe essere sottostimato. E anche quando l’intervento è gratuito, non tutti i proprietari sono stati contattati o messi in condizione di prenotare la sostituzione in tempi rapidi. In alcuni casi, ci sarebbero liste d’attesa di settimane. In altri, l’auto è già passata di mano e i nuovi proprietari non sono stati informati.
Il Codacons ora chiede al Ministero dei Trasporti un monitoraggio indipendente sulla campagna di richiamo, mentre invita i cittadini a verificare subito se la propria auto è tra quelle soggette a intervento. Basta inserire il numero di telaio sul sito ufficiale del costruttore o contattare direttamente le officine autorizzate. In parallelo, è attivo uno sportello dedicato per chi sospetta di aver ricevuto informazioni carenti o contraddittorie.
Nel frattempo, resta forte il timore che non tutte le case automobilistiche coinvolte nei vari richiami Takata abbiano agito con la stessa solerzia, e che la sicurezza passiva dei veicoli sia ancora troppo spesso affidata al buon senso del proprietario, più che a un sistema di vigilanza serio e uniforme.
La sentenza della Corte d’Appello non risolve il problema, ma accende un riflettore su una questione troppo a lungo ignorata: l’obbligo di richiamo non è un favore, è un dovere. E ogni minuto di ritardo può trasformare un incidente in una tragedia.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.