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26 Maggio 2025 - 12:52
Minori scomparsi, un’emergenza invisibile: 8.143 denunce nei primi sei mesi del 2024
C’è un’Italia che sparisce ogni giorno, in silenzio, senza lasciare tracce. È quella dei minori scomparsi, un’emergenza crescente e trascurata, fatta di adolescenti che si dissolvono nel nulla, famiglie in apnea, istituzioni lente e numeri che fanno rabbrividire. Secondo l’ultimo dossier di Telefono Azzurro, presentato in occasione del convegno “I bambini invisibili”, nei primi sei mesi del 2024 sono state registrate 11.694 denunce di scomparsa, una media di 64 persone al giorno, e il 69,6% riguarda minori di età inferiore ai 18 anni: ben 8.143 casi. Numeri da capogiro che, anziché scuotere le coscienze, restano relegati a note a margine, senza la mobilitazione politica e sociale che meritano.
Tra questi bambini e adolescenti, il 57% è straniero: 5.773 minori, in larghissima parte maschi (88%), spesso non accompagnati, arrivati in Italia da paesi in guerra o fuggiti da povertà croniche e disastri ambientali. Sono i più invisibili tra gli invisibili, quelli senza genitori, senza tutela, senza voce. E che, una volta scomparsi, rischiano di entrare in circuiti criminali, diventando vittime di tratta, sfruttamento, prostituzione, lavoro nero o abusi. Spariscono dai radar, e nessuno li cerca davvero.
Ma non è solo un dramma dell’immigrazione. I dati raccontano anche una fragilità interna crescente. I cittadini italiani rappresentano il 43% delle scomparse: 3.370 minori, ragazzi e ragazze che fuggono da casa, da comunità, da famiglie spezzate, da un disagio che non trova accoglienza. Sempre più spesso, spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, a spingerli lontano sono situazioni familiari complesse, ma anche “condizionamenti sociali sempre più negativi, amplificati da canali digitali invasivi che influenzano personalità fragili in età adolescenziale”.

Telefono azzurro
Il fenomeno colpisce in particolare la fascia d’età tra i 16 e i 17 anni, che rappresenta oltre il 70% delle scomparse tra i minori. Una fase della vita che dovrebbe essere ponte verso l’autonomia, e che invece diventa voragine, anche per colpa di un sistema incapace di intercettare i segnali d’allarme. E mentre i maschi stranieri spariscono più spesso, i ritrovamenti riguardano soprattutto le femmine (58,1%), segno che dietro le statistiche si nascondono percorsi diversi, motivazioni complesse, e forse priorità differenti nella gestione delle ricerche.
Dal 25 maggio 2009, in occasione della Giornata Internazionale dei Bambini Scomparsi, in Italia è attivo il numero 116.000, il Numero Unico Europeo per i Minori Scomparsi, affidato a Telefono Azzurro dal Ministero dell’Interno. È una helpline attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, connessa al network internazionale Missing Children Europe, che riceve segnalazioni, ascolta le famiglie, coordina interventi. Ma da sola non basta. Serve una strategia nazionale integrata, con risorse adeguate, personale formato, una rete interistituzionale efficace e un vero impegno politico.
Il problema è culturale e strutturale. I bambini scomparsi non fanno rumore, non hanno lobby, non conquistano i titoli d’apertura. Ma ogni storia dietro quei numeri è una vita sospesa, un fallimento collettivo. Una società che non sa proteggere i suoi figli più fragili, che li lascia sparire senza reagire, è una società cieca e colpevole.
Il dossier di Telefono Azzurro è un pugno nello stomaco, ma anche un appello. A non voltarsi dall’altra parte, a interrogarsi sulle radici di questo fenomeno, a rompere il silenzio istituzionale. Perché dietro ogni minore scomparso c’è una domanda d’aiuto che non è stata ascoltata, un futuro che rischia di non tornare mai più.
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